In un solo incontro a Rimini – domenica 19 nel salone D5 della Fiera – le due massime autorità civili di questa edizione del Meeting, a livello italiano ed europeo. Parliamo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha voluto essere presente non solo con il tradizionale messaggio di saluto ma con un video, e il presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Pöttering, che invece ha risposto in sala alle domande dell’editorialista dell’Irish Times John Waters.
Parole non formali, quelle rivolte dal Presidente della Repubblica al popolo riminese. Il Meeting viene definito “un’occasione consolidata e ormai tradizionale per seminari, approfondimenti culturali, mostre e riflessioni, concepite soprattutto per rispondere alle domande e alle attese dei cittadini più giovani”. Gli incontri di Rimini secondo Napolitano “si distinguono per il coinvolgimento di diverse eredità di pensiero, sia laico che religioso”. Uno sforzo comune di riflessione definito “uno dei valori più alti della ricerca della verità, quella ricerca cui è chiamato quest’anno il vostro Meeting, e che non può prescindere dall’apertura al dialogo e alle ragioni dell’altro”.
Il videomessaggio è poi proseguito sui temi europei a cui era dedicato l’incontro (“Quale identità per l’Europa?”), non mancando di sottolineare, cosa che il presidente ha fatto più volte negli ultimi mesi, il rischio che “la complessità dei negoziati, e la rinuncia a significative ambizioni del trattato costituzionale sottoscritto nel 2004” facciano regredire il processo d’integrazione ad “una semplice rete di cooperazione intergovernativa”.
La parola poi è passata a Poettering, salutato dalla presidente del Meeting Emilia Guarnieri e sollecitato dalle domande di Waters, che da ex-avversario dichiarato dell’Unione Europea (pentito) non ha però voluto svolgere il ruolo di semplice sparring partner. Dopo una breve introduzione in italiano molto apprezzata dal popolo del Meeting (“Se avessi una seconda vita avrei voluto vivere in Italia”), Poettering, oratore brillante e più volte accolto dagli applausi, ha ricambiato Giorgio Napolitano che gli aveva rivolto un caldo indirizzo di saluto, ricordando la disponibilità del presidente italiano, allora parlamentare europeo del gruppo socialista, a collaborare fattivamente con i popolari alla nascita di una Costituzione, che poi come noto non fu ratificata per le defezioni di Francia e Paesi Bassi.
Proprio da qui è partito Poettering per fare il punto della situazione presente. “La Costituzione fu un ottimo esempio di collaborazione tra parlamento europeo e governi nazionali, il Trattato che sarà sottoposto all’approvazione degli stati ne riprende gli aspetti migliori. Se approvato, farà fare un grosso passo in avanti all’Europa”. Per Poettering in vista della possibile approvazione conta molto anche la compattezza psicologica e culturale dei 27 paesi membri. “Sul no francese alla Costituzione pesarono in larga parte questo tipo di aspetti, come ad esempio la paura degli ‘idraulici polacchi’”, ha affermato con un aneddoto, “di cui in realtà la Francia aveva un gran bisogno, almeno a giudicare dallo stato dei bagni di un albergo a cinque stelle di Bordeaux dove in quel periodo si teneva un euroincontro…”
Provocato dal giornalista irlandese sul tema dei valori comuni europei, che per il rispetto del politically correct possono divenire così generici da non significare più nulla per nessuno (affermazione salutata da un lungo applauso del pubblico), il presidente ha risposto esemplificando con il caso della libertà religiosa nei paesi arabi. “Se un egiziano può dichiarare la propria appartenenza religiosa all’Islam nel passaporto”, ha dichiarato, “questo dev’essere valido per tutte le altre religioni, cristianesimo incluso. Verso il mondo arabo dobbiamo essere aperti e dialoganti, ma anche chiedere reciprocità di atteggiamenti”. Valori comuni per Poettering non significa indistinti e generici. “Quando parliamo di diritti degli anziani, dei bambini, di no alla clonazione, di tolleranza non facciamo affermazioni vaghe”.
In politica, ha poi ricordato, non è sufficiente l’affermazione dei principi. “Si governa solo conquistando la maggioranza. La lotta per i nostri valori, penso alla tutela dell’embrione, non sempre porta a risultati perfetti e conformi ai nostri principi. La legislazione però non è il solo campo in cui si può agire. Molto resta da fare, ad esempio sul tema del diritto alla vita, per accompagnare le donne sole e in difficoltà”
In merito alla dibattuta questione delle “radici cristiane”, ha ricordato: “Io ero a favore, la maggioranza del Parlamento no. Non è stato possibile inserire nella Costituzione il riferimento alla tradizione giudaico cristiana e neppure una più vaga citazione di Dio, però alcuni contenuti del nuovo Trattato sono espressione della dottrina sociale cattolica. Mi hanno confortato in questo senso i dialoghi personali con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.
Quanto all’euroburocrazia, di nuovo incalzato da Waters, Poettering ha ammesso che molto si può fare per migliorare la situazione esistente, anche se passi avanti sono stati fatti con il maggior equilibrio dei poteri tra Commissione e Parlamento, che permette un controllo più accurato delle norme emanate. “Possiamo fare un filtro efficace in tema di rispetto dell’ambiente, tutela delle persone, salvaguardia della competizione e sussidiarietà”. “Una legislazione centrale è necessaria”, ha aggiunto, “ma va temperata con maggiore semplificazione e valorizzando le amministrazioni locali in un’ottica di sussidiarietà”. L’ultimo interevento è stato un appello a guardare all’Europa in modo positivo: “Le critiche sono legittime, a volte giustificate, ma non bisogna dimenticare che il nostro continente non ha mai vissuto un periodo di prosperità, pace e benessere come oggi. Da qui bisogna partire per migliorare”.
E.A., M.C.
Rimini, 19 agosto 2007