“Muri”: mostra, dialogo, interazione collettiva

Press Meeting

“Muri” è una delle principali novità del Meeting 2017. Nel primo giorno della manifestazione c’è stata l’anteprima del nuovo modello di mostra e di confronto collettivo, realizzato all’interno dello Spazio Muri B2, con la collaborazione della Fondazione AVSI. A presentarla al pubblico sono stati i creatori e curatori dell’iniziativa: Monica Maggioni, presidente RAI, e Paolo Magri, vice presidente esecutivo e direttore di ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. A introdurli Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione.
“Muri” è una rassegna di proiezioni, presentazioni e approfondimenti, che chiede la partecipazione e l’interazione del visitatore. Come ha spiegato Fontolan, il tema dei muri, delle divisioni, e della richiesta di protezione da parte delle comunità di fronte alle migrazioni e alle differenze religiose per la protezione degli interessi nazionali, sembra aver dato vita a una corsa alla chiusura e all’isolamento. Problemi drammatici e complessi, che sfuggono a qualsiasi semplificazione o facile soluzione. «Per questo motivo, durante le giornate della mostra, le testimonianze e gli interventi di studiosi ed esperti saranno legati a una semplice esposizione di fatti e dati. Nessuno di loro proporrà un percorso in grado di abbattere i muri, ma una riflessione collettiva e partecipata su quanto ognuno di noi può fare di fronte a queste sfide». Al pubblico si chiede di lasciare sulle grandi pareti bianche, dove sono riportate le citazioni di alcuni versi di Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale, dei post con le loro opinioni e riflessioni. Sarà anche possibile scaricare i materiali presentati da ogni relatore o continuare ad interagire con la mostra on-line e sulla pagina social #murimeeting. Mentre sui lead-wall della sala saranno proiettati i filmati di archivio delle “Teche” Rai con i reportage storici sul muro di Berlino o la Muraglia cinese. «Non esistono solo muri fisici, ma anche muri sociali, economici, geopolitici», ha ricordato Fontolan, «come, per esempio, le disuguaglianze, le differenze religiose e razziali, così come quelli dell’ovvio e di chi propone facili scorciatoie o soluzioni che si rivelano sempre inutili o pericolose».
Monica Maggioni ha sottolineato che «ci siamo illusi che, dopo l’evento centrale della nostra generazione, il crollo del muro di Berlino, bastasse ricostruire, dando per scontate, invece, le responsabilità che esso ci stava consegnando». Paolo Magri, infine, ha messo in risalto il fatto che «i muri ci sono sempre stati e sempre esisteranno» e che «nell’ultimo decennio è cresciuta la domanda di protezione e isolamento a causa di fenomeni imponenti quali le immigrazioni di massa, il terrorismo e la fragilità finanziaria». Tuttavia, come ricordato dalla presidente RAI, citando la scrittrice francese Marguerite Yourcenar, «i muri nascono per proteggerci, ma si trasformano presto in una prigione».

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