Manzoni e Bergoglio: l’Innominato in cerca di misericordia

Press Meeting

Davvero Dio perdona tante cose per una sola opera di misericordia? Attorno a questa domanda – così fortemente legata alla proposta cristiana di papa Francesco – ruota l’interpretazione che Franco Branciaroli propone del testo manzoniano “La notte dell’Innominato”, che domani sera andrà in scena al Meeting di Rimini 2016 (ore 21.45, UnipolSai Arena D3).

L’Innominato dei Promessi Sposi, così come appare nel corso del Capitolo XIX del capolavoro di Alessandro Manzoni, è immagine perfetta del potere becero, furbo e violento, che risponde solo ai propri fini e valori. Ma proprio questa figura senza regole e leggi – l’Innominato è un personaggio realmente esistito: in lui quasi tutti gli storici vedono la figura di Francesco Bernardino Visconti, signorotto lombardo responsabile di scorribande, rapimenti e omicidi, convertito in seguito all’incontro con il cardinale Federico Borromeo – incarna grazie a Branciaroli quel dramma che si instaura nell’animo umano quando il destino pone l’uomo di fronte al dilemma del potere definitivo, quello che mette nelle mani di un unica persona la possibilità di somministrare vita e morte, violenza o salvezza.

Milanese, classe 1947, Franco Branciaroli è uno dei maggiori attori italiani. Nella sua lunga carriera in teatro e al cinema ha lavorato con maestri come Michelangelo Antonioni e Giovanni Testori, confrontandosi con i massimi autori del teatro, da Shakespeare a Camus.

Con la sua consueta visceralità fisica e verbale, Branciaroli darà voce e figura a quella notte di tormenti (raccontata nei capitoli XXI e XXII) per l’Innominato, in cui l’altro, da vittima, può diventare “un bene per me”, sfociando poi nell’abbraccio del cardinal Borromeo, che di fronte allo sconforto dell’Innominato (“Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?) risponde come risponderebbe oggi papa Francesco: “Voi me lo domandate? E chi più di voi l’ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v’opprime, che v’agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v’attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d’una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l’imploriate?”.

Scarica