Rimini, 20 agosto 2017 – Alle ore 17.00, in Salone Intesa Sanpaolo B3, Gianfranco Pacchioni, pro-rettore alla ricerca dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e Nello Cristianini, professore di intelligenza artificiale all’Università di Bristol, hanno offerto importanti riflessioni sul rapporto tra uomo e nuove tecnologie. Alessandro Vato, responsabile del laboratorio di Neural Computer Interaction dell’ITT di Rovereto, ha moderato l’incontro.
Pacchioni ha condotto l’uditorio, attraverso una serie di diapositive, a riflettere sui momenti principali della storia dell’informatica e della sua evoluzione. In poco più di 40 anni, ha affermato il relatore, «dal problema di andare sulla luna attraverso tecnologie imponenti come l’Apollo Guidance Computer, siamo passati all’efficacia dell’iPhone 7» nell’andare su Facebook. Lo scienziato ha continuato la riflessione soffermandosi sullo sviluppo delle nanotecnologie e delle loro conseguenze curiose e al tempo stesso inquietanti: «Gran parte del pubblico probabilmente non sa che il 2013 non è stato solamente l’anno del Bosone di Higgs, ma anche di un’altra grande scoperta: la tecnica CRISP». Questa tecnologia, che consiste «nell’intervenire sul DNA con un enzima che taglia e incolla intere parti di patrimonio genetico», apre degli interrogativi interessanti, «annunciati già negli anni ’60 in alcuni racconti dello scrittore e chimico Primo Levi».
Cristianini ha aperto il suo intervento con una domanda a Siri: «Quand’è nato Alessandro Magno?». Se 40 anni fa porre una domanda simile a un computer sarebbe apparso ridicolo, oggi «lo sviluppo dell’informatica non solo ha realizzato scenari allora improbabili e implausibili, ma ha addirittura precorso l’immaginazione». Lo scienziato ha spiegato che lungo questa storia è radicalmente cambiato il paradigma di intelligenza artificiale: da assiomatica e deduttiva a statistica e induttiva. Amazon e Facebook sono gli esempi più efficaci: «Analizzando semplicemente i click e i post è ormai possibile suggerire il libro più adatto ai propri gusti o addirittura la polizza RC auto più confacente al proprio stile di guida», invadendo completamente quel tanto difeso spazio di privacy e di sicurezza. Quali leggi mancano, quindi? Quali valori? «Il problema è culturale», ha affermato il docente. «È necessario mettere a tema cosa ci interessa nel rapporto con le macchine, avendo bene in mente che è al nostro servizio e non viceversa». Lo sviluppo della tecnologia è spesso talmente veloce che la politica difficilmente riesce a tenere il passo: «Se necessario, la ricerca può anche rallentare, per dare prima un giudizio etico».
In chiusura, Vato ha chiesto ai due relatori di paragonarsi con il titolo del Meeting: che cosa ereditiamo da chi ci ha preceduto? Dalla risposta di Pacchioni è emersa la grande importanza «dello sforzo che ognuno è chiamato a fare: aprire le coscienze e aprire un dibattito, come qui stiamo facendo».
(G.L.-E.P.)