È possibile vivere intensamente il reale per trovare una risposta esauriente alle esigenze del cuore? A questa domanda ha cercato di rispondere lo spettacolo “L’undicesimo dito” di Maurizio Zottarelli (con la voce recitante di Giovanni Zola e con l’esecuzione al pianoforte di Simeone Pozzini) che si è svolto ieri alle 20 presso il teatro Sma della Fiera di Rimini.
Il protagonista, Kevin McKee, vive ogni singola partita per chiedere e dare tutto, per trovare una risposta esauriente che non arriva mai, neanche dal successo più strepitoso: “l’undicesimo dito” è il soprannome che gli viene dato da un avversario che è costretto a subire una sconfitta schiacciante.
È nell’incontro con una persona assolutamente normale che egli trova la strada: con questa gioca la simulazione di una partita la sera prima di un incontro importante, e sia nelle finzione che nella realtà la partita si conclude con una vittoria fantastica. A questo punto Kevin sparisce, e solo dopo 28 anni ritelefona all’amico, avendo trovato la risposta che cercava: “senza il rapporto con l’altro/Altro non puoi vivere. La palla non è nostra: è lì che il nostro piede vuole spingersi. La nota sempre nuova che riusciva a infondere al ritmo della partita è la nota dell’11° dito”.