L’odio del mondo

Press Meeting

Affidata alle parole di monsignor Virgil Bercea, vescovo di Oradea, Romania, una testimonianza che non poteva mancare in questo Meeting che ricorda nel titolo il dono della libertà, come ha sottolineato Roberto Fontolan in apertura dell’incontro dedicato alla “Chiesa che soffre” dell’est europeo. “La prima libertà, ci ha insegnato per tanti anni don Giussani, è la libertà di essere”, ha ricordato Fontolan introducendo il presule rumeno.
Questi ha reso a sua volta omaggio a don Giussani ricordando le parole da lui dette al Meeting del 1983: “L’uomo che vuol essere libero da tutto ciò che esiste attorno a lui deve essere dipendente da Dio, e la dipendenza da Dio è la libertà dell’uomo”.
“In Romania abbiamo avuto modo di renderci conto di quanto grande sia il valore della libertà. Se il Signore ci ha creato liberi, chi ha il diritto di metterci le catene, di appropriarsi della libertà altrui? I regimi comunisti nell’est europeo hanno distrutto la libertà e la coscienza di tutti i popoli, introducendo in queste società la paura, l’odio. Per posizione geografica e per cultura la Romania è un Paese europeo (i romeni sono fieri di avere radici latine), che il comunismo ha reso un carcere per 50 anni”.
La Chiesa cattolica della Romania nel 1949 su ordine di Stalin fu messa fuori legge: tutti gli ecclesiastici vennero arrestati. Era un odio nato perché Chiesa non poteva essere controllata dal regime comunista, che cercò di distruggere la cultura e la fede cattolica, unica istituzione che si mise contro il regime.
“Tutti i vescovi furono incitati a tradire la fede: nessuno lo fece. Tutti fecero molti anni di carcere. Sette di loro furono uccisi, e il luogo della loro sepoltura è sconosciuto. Morti, ma per amore di Cristo. Hanno accettato la croce per salvaguardare l’idea della dignità e della libertà della persona umana. Nella sofferenza erano veramente ‘liberi in Cristo’.”
È una vicenda dolorosamente viva per monsignor Bercea anche nel ricordo personale. ‘I miei genitori hanno saputo della mia ordinazione (avvenuta in segreto) solo dopo 9 anni. Ho pregato tanto che potessi almeno una volta nella vita dire la mio popolo che sono sacerdote”.
Sul tema della libertà religiosa conculcata, tradita ancora oggi in varie aree del mondo, è quindi intervenuto, Attilio Tamburini, direttore del Segretariato italiano di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, ricordando l’affermazione, fatta in varie occasioni da Giovanni Paolo II, che la libertà religiosa è un diritto che non può mancare senza che vengano meno tutte le altre libertà..
L’incontro si è concluso con la proiezione di un filmato sull’apostolato originale e coraggioso di padre Werenfried (padre Lardo), fondatore dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, come esempio di un amore che dona al mondo la possibilità di andare avanti.
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M. T.
Rimini, 23 agosto 2005