Rimini, venerdì 24 agosto – Il terzo incontro della giornata all’Arena Move to Meet A1 ha visto protagonista la tematica della regolamentazione locale a confronto con i rappresentanti di player importanti nel settore del trasporto e della mobilità.
Emmanuele Forlani, consigliere Fondazione Meeting per l’amicizia Fra i popoli, ha dialogato con Marco Bucci, sindaco di Genova, Angelo Costa, amministratore delegato di Arriva Italia, Dario Nardella, sindaco di Firenze, e Sergio Solero, presidente BMW Italia.
Dopo una presentazione dei due gruppi industriali si è passato ad analizzare il tema della regolazione dal punto di vista delle imprese. La trasformazione del settore pone sempre di più il cliente al centro dell’offerta di mercato, mentre l’attenzione ai territori impone necessariamente la realizzazione di partnership per gestire al meglio, come nel caso di Arriva, il servizio di mobilità su gomma.
Costa ha rilevato che esiste una correlazione diretta tra il tasso di liberalizzazione del mercato e la crescita della domanda correlata al miglioramento della qualità del servizio e ad una riduzione dei sussidi pubblici. In Italia, invece, il processo sta avanzando a rilento e la regolazione non è stata sufficiente ad effettuare una effettiva regolamentazione. Da un lato oggi, ha detto Costa, ci si muove o verso una forte centralizzazione o verso un esasperato localismo che impedisce di usare fondi per un benessere collettivo esteso a più realtà del territorio. Non mancano, però, casi virtuosi, in cui l’agire politico è propositivo indipendentemente dagli schieramenti. “L’ente locale – ha ancora aggiunto Costa – deve rendere attrattiva, attraverso clausole di bancabiltà, la partecipazione anche di soggetti industriali appartenenti al settore finanziario”.
Solero ha evidenziato, invece, i trend che caratterizzano la strategia futura basata sulla connettività, l’autonomia della guida, elettrificazione e lo sharing. In questo momento di cambiamento occorre una collaborazione tra tutti gli stakeholder e gli enti locali, anche finalizzata ad una riduzione delle innumerevoli regolamentazioni particolari che rendono complesso l’accesso alle nuove forme di mobilità, fermo restando che alla base vi sia ovviamente un piano strategico per le infrastrutture che includa agevolazioni anche per il cittadino.
Il sindaco di Firenze ha individuato, invece, quattro parole chiave che rappresentano i principali spunti di azione. Innanzitutto le troppe regole che sono sinonimo di un errato approccio culturale: “Ogni volta che si manifesta un nuovo problema, si creano regole” ha dichiarato Nardella. La semplificazione normativa a livello centrale e locale è quindi necessaria per evitare, ad esempio, il contenzioso che genera allungamento dei tempi anche dell’inserimento delle nuove forme di mobilità. Semplificare le normative significa anche agevolare vita e costi di attività per il cittadino e le imprese.
Il secondo obiettivo è quello di ritrovare la fiducia reciproca tra pubblico e privato: è opportuno che si generi un patto vero e proprio finalizzato ad una reciproca condivisione degli obiettivi verso un bene comune. L’innovazione è poi un ulteriore stimolo necessario per il miglioramento della città che non può restare ancorata al passato. Ogni città ha le sue regole, ma è opportuno individuare una griglia di nome da condividere proprio in tema di mobilità. E, ancora, non ci può essere innovazione senza l’infrastruttura necessaria a garantirla. “Non dobbiamo avere paura delle opere pubbliche, dobbiamo invece essere esigenti nella manutenzione, nel tipo di investimenti e nella trasparenza”- ha concluso Nardella.
Il sindaco di Genova, partendo dai tragici recenti fatti, ha affermato che anche questa drammatica evenienza può diventare una opportunità per implementare una visione di città improntata sul lungo periodo. Ha posto l’accento sulla elevata “giungla di leggi” che rallentano enormemente lo sviluppo. In Italia, ha dichiarato Bucci, “sembra che l’unica velocizzazione sia dovuta all’intervento del commissario straordinario che agisce sopra la legge e le procedure.” Questa però e un’anomalia, tanto che il cittadino potrebbe, a buon diritto, domandarsi a che cosa serva l’attività legislativa del parlamento.
Lasciare lo spazio all’intervento del privato nel pubblico non deve portare ad una privatizzazione del monopolio: oggi la tendenza delle amministrazioni è quella di abdicare completamente ai suoi compiti. Efficienza, qualità e costi devono essere i parametri che devono caratterizzare l’amministrazione, percepita non più come ostacolo, ma come facilitatore. Dal lato del privato, invece, non si deve dimenticare che il cliente ultimo non è l’amministrazione, ma il cittadino.
E proprio quest’ultimo dovrà accettare le “rivoluzioni” anche nel settore della mobilità e delle infrastrutture, ma ciò potrà avvenire solamente attraverso un’amministrazione che li accompagni e li educhi verso i vantaggi che l’innovazione è in grado di apportare. “Io credo nelle infrastrutture” – ha concluso il primo cittadino genovese.
(S.Z.)