Lo sviluppo è sostenibile solo se guarda all’uomo

Redazione Web

I corpi intermedi sono i protagonisti della sintesi dei bisogni della persona.

 

Rimini, 21 agosto – Sandro Cappello, Fondazione per la Sussidiarietà, ha introdotto l’incontro in Arena Sussidiarietà&Lavoro B1, chiedendo ai relatori come si possa coniugare il ruolo dei corpi intermedi con la risoluzione Onu del 2015, nota come Agenda 20 – 30, con la quale gli stati hanno fissato obiettivi a lungo termine per uno sviluppo sostenibile.

Ha reagito subito alla domanda Augusto Patrignani, prendendo spunto dai cambiamenti avvenuti negli ultimi dieci anni: «Dal 2008 al 2018 è stato perso  un milione di posti di lavoro nell’industria ed agricoltura, mentre se ne sono guadagnati 470 mila nei settori del commercio, turismo e servizi; questo è indice di un cambiamento epocale nella struttura economica, che va gestito». Come presidente Confcommercio Cesena ha continuato: «Ho esperienza del fatto che il contatto diretto con gli operatori economici, pone i corpi intermedi in grado di acquisire una visione complessiva delle esigenze del mondo economico e conseguentemente di elaborare strategie di risoluzione dei problemi di ampio respiro, da proporre alla politica. Purtroppo, però», ha osservato, «negli ultimi anni la politica ha spostato la sua attenzione sui singoli, accantonando il ruolo dei corpi intermedi e rinunciando quindi a beneficiare dell’apporto che questi possono fornire».

Secondo Luis Rubalcaba, professore di Politica Economica alla Università di Alcalá, l’Agenda 20 – 30 «è un invito a pensare, a fare un collegamento tra quello che ognuno fa ed il resto del mondo. Lo sviluppo sostenibile», ha osservato il professore, «è questione che interessa soprattutto i nostri figli, quindi noi dobbiamo porci degli obiettivi di lungo termine nell’interesse delle generazioni che verranno, diversamente da come fa il populismo attuale, che pensa soltanto al qui ed ora».

Guido Castelli, presidente Fondazione IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), si è rifatto, per rispondere, alla sua esperienza di sindaco di Ascoli Piceno. «Il mio rapporto con la città si opacizzò quando, per l’appunto in accordo coi principi dell’Agenda 20 – 30, decisi di sostituire 12 mila lampadine energivore ed inquinanti dell’illuminazione pubblica con led. Ci volle una paziente opera di spiegazione dei motivi della sostituzione perché la cittadinanza accettasse il cambiamento. Questo mi ha fatto capire che la vera sfida non è porre regole che la gente deve osservare, ma procurarne la intima adesione. Greta Thunberg», ha osservato, «non mi convince perché è ideologica, priva di qualsiasi interesse o riferimento alla persona;  a riprova di ciò, si consideri che ha sponsorizzato il gay pride di Stoccolma, senza notare la contraddizione tra la sua strenua difesa della purezza naturale con l’omosessualità».

Rubalcaba si è interrogato sul come affrontare la attuale velocità di cambiamento di regole e modi di fare economia. «Il mondo cammina dove sono i cambiamenti», ha osservato, «quindi la globalizzazione obbliga ognuno a darsi da fare per cogliere le opportunità che coi cambiamenti si creano. Da questo punto di vista, quindi, il cambiamento è una sfida alla persona, è un impeto verso l’ignoto, uno stimolo a prendersi dei rischi».

Castelli è intervenuto sul tema dal punto di vista del pubblico amministratore: «Le innovazioni impongono una riflessione alla mano pubblica, circa il modo di governare i cambiamenti, anche sotto il profilo fiscale. Ad esempio, Air B&B è un fenomeno che sfuggendo alla imposizione fiscale, introduce una distorsione nei rapporti commerciali, dannosa per le tradizionali strutture di ricezione turistica ed i pubblici poteri hanno l’obbligo di intervenire quantomeno per attenuare questa distorsione».

Patrignani ha di nuovo rimbrottato la politica, «che negli ultimi 20 anni ha tartassato ingiustamente le imprese». Quanto alla globalizzazione ed all’e.commerce, ha osservato, «questi obbligano gli imprenditori a ripensare il modo di stare sul mercato, perché oggi non è più il prodotto sufficiente a creare spazi commerciali, ma anche il modo con cui esso è proposto al cliente. Dunque», ha concluso, «è necessario che l’impresa ampli la gamma di servizi a supporto della sua penetrazione commerciale».

Sandro Cappello ha posto un ultima domanda ai relatori: «Quale può essere il ruolo dei corpi intermedi per risolvere il problema educativo posto dei repentini cambiamenti in atto?». Secondo lui «la cultura economicista ci ha fatto perdere di vista la centralità della persona e della umanità e va ripensato il modo di vivere, rimettendo al centro l’uomo».

«Certo che la formazione è fondamentale per affrontare la sfida del cambiamento», ha detto Patrignani,  «ed il primo a dover  essere formato è l’imprenditore, perché a sua volta possa formare i dipendenti».

Rubalcaba ha constatato che «non esiste più un lavoro per tutta la vita, quindi anche il tipo di educazione o istruzione deve adeguarsi. Mentre prima si davano delle competenze sufficienti a svolgere un tipo di lavoro, oggi si deve fornire alla persona la capacità necessaria ad affrontare i cambiamenti, in modo che ognuno possa essere in grado di essere protagonista autonomo del suo aggiornamento».

(C.Cap.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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