“All’Italia occorre più competitività. Senza, la crescita è inimmaginabile”. È la frase con cui Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, introduce al 34esimo Meeting per l’amicizia fra i popoli l’incontro in sala Neri in programma questa mattina alle 11.15 dal titolo ‘L’Italia e la competizione internazionale’ organizzato con Unioncamere. Relatori Giovanni Castellucci, amministratore delegato Autostrade per l’Italia, Roberto De Santis, presidente Conai (consorzio nazionale raccolta e riciclo materie prime), Giuseppe Giordo, amministratore delegato Alenia Aermacchi, Giuseppe Recchi, presidente Eni e presidente Comitato investitori esteri Confindustria, Flavio Valeri, amministratore delegato Gruppo Deutsche Bank in Italia e, last but not least, Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico.
Relatori sostanzialmente d’accordo per quanto riguarda le strategie urgenti affinché il paese possa recuperare posizioni competitive a livello europeo e mondiale. La ricetta? Occorrono innovazione tecnologica e organizzativa, stabilità politica e semplificazione burocratica.
A Scholz che gli chiede se l’integrazione delle infrastrutture in Italia è una strada percorribile, Castellucci risponde: “Il coordinamento delle infrastrutture è il punto principale della nostra strategia e attività. Diversamente i costi della mancata integrazione rallentano la crescita per un lungo periodo. Come gruppo – aggiunge – attiriamo capitali dall’estero, necessari per continuare a investire in Italia, nella misura del 90 per cento dei nostri bilanci”.
De Santis, su sollecitazione del presidente CdO, indica la sostenibilità ambientale come un fattore strategico per la competitività del paese, con una ricaduta economica e occupazionale di grande rilevanza: “La filiera Conai – sono le sue parole – coinvolge circa diecimila aziende impegnate nella raccolta differenziata, selezione, riciclo e produzione di nuovi manufatti con un fatturato di 9,5 miliardi di euro nel 2012”.
“Non saremo mai competitivi sui costi rispetto ai Paesi emergenti, ma dobbiamo puntare su tecnologia, affidabilità, prezzo e qualità”. Questa è la sfida che Giuseppe Giordo affronta in Alenia Aermacchi, impresa con il cento per cento della forza lavoro in Italia e il 90 per cento di fatturato all’estero. “In Italia c’è tanta buona volontà, ma manca un’organizzazione del sistema-paese. Parlare di competitività e sviluppo significa parlare di pianificazione e processi”.
L’Italia da un lato è attrattiva per gli investitori esteri che però, quando arrivano, si vedono accusati di ‘fare shopping’. La provocazione di Scholz è raccolta da Giuseppe Recchi che invita ad andare oltre il lamento: “A paragone con altri Paesi emergenti l’Italia offre buone condizioni geografiche, culturali, infrastrutturali. Paga, però, l’incertezza delle regole e la pesantezza della burocrazia che allontanano gli imprenditori stranieri”.
Esiste anche un problema di accesso al credito per le aziende, con pesanti responsabilità delle banche. “Le banche vivono sulla concessione del credito – ammette Flavio Valeri – ma in questo momento stanno facendo fronte alle cresciute sofferenze per i crediti concessi e divenuti inesigibili”. La conseguenza, purtroppo, è “la crescita del costo del denaro: le nostre aziende pagano 150-200 business point in più rispetto ai concorrenti degli altri Paesi”.
Al ministro Zanonato, frequentatore del Meeting di lunga data, il compito di concludere: “I numeri dell’Europa – ha ricordato l’ex sindaco di Padova – sono 7, 25 e 50. Sette rappresenta la popolazione rispetto al totale mondiale, 25 la percentuale di pil prodotta, 50 per cento la spesa sociale relativa a questa popolazione. È evidente che il nostro continente offre condizioni di vita inimmaginabili per tanti altri paesi”. È difficile reggere la competizione con paesi emergenti “che crescono di pochissimo, dal non avere casa ad averla, dal non poter mantenere la famiglia al poterla mantenere. Occorre una politica di crescita globale”
“Senza la crescita – è la convinzione del ministro – non si va da nessuna parte. Solo con lo sviluppo si possono mantenere grandi conquiste e aiutare gli altri a raggiungerle”. L’obiettivo del Governo, ha concluso Zanonato, è ridurre la fiscalità sul lavoro e il costo dell’energia. “Dobbiamo sostenere e accompagnare le nostre aziende – è la sua esortazione – a essere presenti in tutto il mondo. Soprattutto occorre un cambiamento culturale che ci permetta di vedere l’Italia come un paese pieno di opportunità”.
(P.C., D.T.)