L’intelligenza artificiale in azienda: scenari nazionali e internazionali e case history

Redazione Web

Rimini, 20 agosto 2024 – Alle 18:00, nell’Arena Cdo C1 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno “L’intelligenza artificiale in azienda: scenari nazionali e internazionali e case history”, organizzato da Compagnia delle Opere con il sostegno di Eni, che ha visto la partecipazione di esperti e innovatori del settore, tra cui Augusto Bianchini, presidente di Turtle srl; Emanuele Frontoni, docente di Informatica all’Università di Macerata e co-director del VRAI Vision, Robotics & Artificial Intelligence Lab; Pasquale Viscanti e Giacinto Fiore, fondatori di AI Week e “IA spiegata semplice”, divulgatori, autori e podcaster. L’evento è stato moderato da Paolo Casadei, CEO di ZAL Telecomunicazioni ed Esecutivo Nazionale CdO, e Fabio Fraticelli, COO di TechSoup Italia e Coordinatore Filiera CdO Informatica.

Casadei ha aperto l’incontro sottolineando l’importanza crescente dell’intelligenza artificiale (IA) nelle strategie aziendali moderne, in un contesto in cui le imprese devono affrontare la rapida evoluzione tecnologica e la crescente complessità del panorama economico globale. «L’adozione dell’IA rappresenta una delle sfide più significative e complesse che le imprese si trovano ad affrontare», ha affermato, evidenziando come la tecnologia offra opportunità immense, ma anche rischi e responsabilità significative. Ha poi introdotto i relatori, esponenti di spicco nel panorama dell’IA, e ha dato il via al dibattito con un focus particolare su come le aziende possano navigare le sfide legate alla trasparenza degli algoritmi, alla cybersecurity e alle implicazioni etiche dell’IA, inclusi i bias e l’impatto sull’occupazione.

Quindi hanno preso la parola Viscanti e Fiore riguardo la divulgazione e le applicazioni pratiche dell’IA attraverso il progetto “IA spiegata semplice” e AI Week. Hanno raccontato come la loro iniziativa sia nata da una necessità: rendere l’IA accessibile e comprensibile a un pubblico più ampio, in particolare agli imprenditori che spesso faticano a comprendere appieno le potenzialità di queste tecnologie. «Abbiamo iniziato prima di ChatGPT», ha ricordato Viscanti, spiegando come il loro lavoro di divulgazione abbia permesso a molte aziende di avvicinarsi all’IA in modo concreto, utilizzando strumenti come podcast e piattaforme online per spiegare applicazioni complesse in modo semplice. Hanno poi mostrato alcuni esempi di come l’IA viene già utilizzata in vari settori, evidenziando l’importanza di un approccio pratico e accessibile. «Non è solo una questione di tecnologia, ma di cultura e di come le persone si avvicinano a queste nuove realtà», ha sottolineato Fiore, invitando le aziende a investire non solo in tecnologie avanzate, ma anche nella formazione e nell’educazione del personale. Quindi si sono soffermati su alcune applicazioni dell’AI come quelle delle “reti convoluzionali” che permettono di clonare la proria voce (con l’aspetto positivo di poter donare la propria voce a chi non ha più la propria attraverso una donazione a “voiceforpurpose.com”) e delle “reti deep learning” capaci di duplicare il proprio volto e la propria immagine (in Cina tali applicazioni sono utilizzate per animare le immagini dei defunti oppure in India durante le elezioni un candicato è riuscito a trasmettere la sua campagna elettorale in 200 dialetti). Infine i due relatori sottolineano l’importanza dell’ “AI Act European” quale prima legge al mondo per regolamentare l’uso e l’implementazione dell’AI.

Frontoni ha proseguito il dibattito con una riflessione sull’importanza dell’interdisciplinarità nell’adozione dell’IA. «Non possiamo relegare tutta l’intelligenza artificiale a un tema da informatici», ha affermato, sottolineando che il successo nell’implementazione dell’IA richiede il contributo di diverse discipline, dalla filosofia alla linguistica, fino alla digital humanities. Ha presentato alcune delle ricerche applicate condotte nel suo laboratorio, il “VRAI Lab”, che spaziano dall’automazione industriale alla creatività nel settore della moda, fino all’uso dell’IA per migliorare la qualità della vita delle persone con autismo. «La sfida è passare da un’idea concettuale a un’applicazione trasversale su tanti settori diversi», ha dichiarato Frontoni, mostrando come l’IA possa essere utilizzata non solo per ottimizzare processi aziendali, ma anche per affrontare problemi sociali complessi. Ha poi concluso con un invito alle imprese a non considerare l’IA solo come una questione tecnologica, ma a integrarla in modo responsabile e consapevole nelle loro strategie di sviluppo.

Infine Bianchini ha illustrato come la sua azienda, “Turtle srl”, utilizzi l’IA per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nelle imprese: «L’intelligenza artificiale ci aiuta a gestire una quantità enorme di dati e a prendere decisioni più performanti». Ha spiegato, presentando alcuni dei progetti sviluppati da Turtle, alcuni strumenti per la gestione efficiente dell’energia in azienda e l’ottimizzazione della sostenibilità delle filiere produttive. Ha raccontato un’esperienza recente in cui ha coinvolto i suoi studenti universitari in un hackathon per sviluppare un libro di testo sul suo corso in solo otto ore utilizzando ChatGPT, dimostrando come l’IA possa democratizzare l’accesso alla conoscenza e facilitare l’apprendimento. «L’IA non sostituisce l’esperienza umana, ma la potenzia», ha affermato Bianchini, evidenziando come la combinazione di esperienza e nuove tecnologie possa portare a risultati straordinari, sia in termini di efficienza operativa che di impatto ambientale.

Quindi uno dei temi centrali emersi durante il dibattito è stato il rapporto tra IA e etica, un aspetto cruciale per il futuro dell’adozione tecnologica in azienda. «L’Europa ha trovato una via di mezzo tra innovazione e regolamentazione», ha affermato Frontoni, sottolineando l’importanza di linee guida chiare e di un approccio etico all’IA. Anche Viscanti e Fiore hanno toccato questo tema, mettendo in guardia contro l’uso irresponsabile della tecnologia, che può portare a rischi significativi, come la perdita di posti di lavoro o la violazione della privacy. «La sfida è garantire che l’IA sia utilizzata per il bene comune, in modo trasparente e responsabile», ha aggiunto Fiore, ricordando che l’adozione dell’IA deve essere accompagnata da un robusto sistema di governance e da una cultura aziendale attenta ai diritti e alle esigenze delle persone.

Il convegno si è concluso con un richiamo all’azione per tutte le aziende presenti. «L’intelligenza artificiale è qui per restare, e dobbiamo essere pronti a coglierne le opportunità», ha dichiarato Casadei, ringraziando i relatori per i loro interventi illuminanti. Ha ribadito che l’adozione dell’IA non è solo una questione di competitività, ma anche di responsabilità sociale, invitando le imprese a investire in formazione e a sviluppare strategie che integrino l’IA in modo sostenibile e etico. «Dobbiamo imparare a convivere con queste tecnologie, utilizzarle per migliorare la nostra società e non solo per fare profitto», ha concluso, aprendo la strada a ulteriori discussioni e approfondimenti nei giorni successivi del Meeting.

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