L’innovazione nasce dai bisogni e dalla curiosità dell’uomo

Press Meeting

Rimini, domenica 19 agosto – Una recita breve sulla nascita del salto denominato Fosbury Flop in-troduce, in Arena CdO for Innovation A5/C5, l’incontro “Dove nasce l’innovazione?”. Il tema è attuale e vuole andare alla radice dell’innovazione in ogni campo dell’agire umano, un fatto che provoca effetti sociali di grande portata. Gigi Gianola, direttore generale CdO, conduce l’analisi con un esperto di fama internazionale, Emanuele Frontoni, professore di Fondamenti di Informatica e Computer Vision all’Università Politecnica delle Marche.

Si procede per esempi e si parte dal racconto della realizzazione di droni per individuare in agricoltu-ra i terreni che hanno bisogno di acqua. Si usano telecamere con sensori particolari nati per altri usi e che utilizzano una tecnologia nota, la spettrometria. Come è stato possibile mettere insieme due mondi così diversi come l’agricoltura e la spettrometria che si usa in metallurgia e in astronomia? Al-cuni studenti, parlando con agricoltori, capiscono la necessità, il bisogno, e conoscendo la tecnologia fanno nascere il progetto in ambito universitario. Gli algoritmi di analisi vengono poi ritenuti interes-santi da un giapponese, uomo di affari e imprenditore, che li compra e oggi questi droni sono venduti in tutto il mondo. “Il bisogno dell’uomo, la curiosità, lo studio della realtà, la contaminazione culturale sono fattori determinanti per creare innovazione”, afferma quindi Frontoni, delineando una prima importante conclusione.

Si prosegue poi con un esempio in ambito diverso, un grande centro di allevamento di bovini in cui non si trova personale disposto a condurre le operazioni ordinarie come la distribuzione degli alimenti agli animali, la mungitura, la pulizia frequente degli ambienti. Alcuni studenti del corso di Robotica Industriale si accorgono che nel loro ambito di studio le tecnologie necessarie alla soluzione del problema sono note e consolidate da anni. In ambito automobilistico ad esempio l’industria utilizza da decenni i robot per azioni meccaniche ripetute 24 ore su 24 senza sosta. Vengono quindi unite necessità dell’allevatore con le soluzioni disponibili e nasce una stalla completamente robotizzata. I robot non hanno rubato in questo caso lavoro alle persone perché non c’erano persone che ci lavoravano. E inoltre nasce una nuova figura di allevatore: il tecnico della robotica che sostituisce l’operatore di stalla. “La contaminazione ha fatto nascere l’idea che ha portato ad un effetto imprevisto: la creazione di una nuova figura professionale in quell’ambito. Questi esempi ci fanno vedere come le macchine, per quanto intelligenti, non potranno mai sostituire l’uomo nelle sue necessità, nelle sue capacità di relazione e nella sua creatività”: questa la conclusione di Frontoni.

(A.Le.)

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