Rimini, venerdì 24 agosto – “L’industria e l’università per la ricerca astrofisica” è il tema affrontato nell’incontro delle 12.30, all’Arena Exoplanets B3, moderato da Nicola Sabatini, direttore Camplus College Città Studi Milano. Sono intervenuti Francesco Rampini, head of engineering e design department all’European Industrial Engineering Group, e Paolo Teofilatto, preside della Scuola di Ingegneria Aerospaziale di Roma.
“Fino a cinquant’anni fa – ha esordito Rampini – esistevano solamente pochi telescopi, tutti di dimensioni piuttosto ridotte. Negli ultimi anni il loro numero è cresciuto esponenzialmente, per non parlare delle loro dimensioni”. Attraverso una serie di diapositive, Rampini ha percorso le tappe principali necessarie alla realizzazione di grandi dispositivi, come il Large Synoptic Survey Telescope in Cile, creati dalla sua azienda: “Un telescopio è costituto da decine di strumenti, ognuno con la sua funzione, che devono essere in grado di funzionare tutti assieme – ha spiegato –. Per avere una precisione della strumentazione inferiore al decimo di millimetro, come ci richiedono gli astronomi, i problemi sono molti: analizzare le vibrazioni sismiche delle montagne su cui posizioniamo i telescopi o assemblare gli strumenti a 5mila metri di altitudine sono solo alcune delle sfide affrontate e vinte dalla nostra azienda negli ultimi anni”.
Sono i micro-satelliti l’oggetto dell’intervento del professor Teofilatto: “Nati come gioco di laboratorio, da un’idea di un professore e dei suoi studenti, i satelliti sono ormai una realtà commerciale, come testimonia la loro diffusione in orbita. Oggi si producono in catena di montaggio. L’università, nonostante le sue risorse siano spesso limitate, può dare ancora un grande contributo all’industria – ha affermato il docente – perchè fonte di innovazione. Oggi c’è bisogno dell’apporto dei giovani, che con la loro immaginazione possono e devono dare nuovi stimoli alla ricerca. Il futuro è loro”.
Le domande del pubblico hanno dato poi modo a Teofilatto di individuare due campi in cui l’università potrà dire la sua: “Medicina e biologia spaziale sono settori di competenza del mondo accademico. Mi auguro che con il nostro sforzo potremo aiutare le aziende spaziali nell’esplorazione dell’universo”.
(E.P.)