L’Immigrazione clandestina si combatte con misure creative attente alla persona

Redazione Web

ESPERIENZE E TESTIMONIANZE DAL MONDO NELL’ARENA INTERNAZIONALE DEL MEETING

 

Rimini, 21 agosto – L’immigrazione è un tema scottante, drammatico, stringente. Il titolo dell’incontro di oggi all’Arena Internazionale “Migranti tra alternative alla clandestinità e rimpatri volontari assistiti” suggerisce subito che non si può analizzare questo fenomeno in modo sbrigativo. Ma offrire alternative, appunto, per tutelare i paesi di origine e quelli di arrivo.

Ne hanno discusso Giancarla Boreatti, referente Avsi Network profughi, presentando il progetto con Dghome e Cei di contrasto all’emigrazione clandestina. «Abbiamo voluto cercare una connessione tra Italia e i paesi di partenza, lavorando su tre direttrici: dare informazioni corrette su quello che accade intraprendendo il viaggio e sulla situazione reale in Italia e in Europa perché c’è sempre una sottovalutazione di rischi e una sopravvalutazione di ciò che si trova nei paesi di arrivo. In secondo luogo, abbiamo lavorato intensamente creando alleanze propositive con istituzioni locali, con i leader influenti, insegnanti delle scuole. infine, abbiamo cercato strumenti di comunicazione perché in alcune città in Costa d’Avorio le campagne per il rientro volontario vengono considerate non come strumento di conoscenza della situazione reale ma come un muro perché non si vuole che le persone arrivino in Europa».

Jean-Marc Dewerpe, team leader and trust fund manager per l’Africa Occidentale della Commissione europea Dg Devco ha invece spiegato in cosa consiste il Fondo fiduciario per l’Africa: «Ci occupiamo di resilienza e creazione di posti di lavoro.  I giovani sono i protagonisti della migrazione perché hanno mancanza di prospettive. L’approccio del fondo è mirato, diverso da paese a paese e tra paesi di transito e di origine. Cerchiamo quindi di offrire occupazione nei paesi di partenza e sicurezza nei paesi di transito».

Seidou Konatè, presidente cooperativa Ballafon Italia e Costa D’Avorio, partner del progetto Avsi, è arrivato in Italia anni fa come migrante. Proprio perché è stato accolto come un figlio da una famiglia napoletana, Konatè si è sentito in debito e si è subito messo a lavoro: «La Ballafon si sta specializzando nell’accoglienza alla persona. Io ho vissuto la migrazione sulla mia pelle, per questo guardiamo in faccia le persone arrivate e forniamo loro servizi medici, di formazione, di assistenza. Ai ragazzi diciamo “siete ospiti, quindi rendetevi utili. Impiegate il vostro tempo”. Vogliamo preparare le persone a essere cittadini. Ma siamo anche promotori della migrazione circolare: chi arriva in Italia deve formarsi per ritornare nella nazione di origine».

Ha concluso l’incontro Ranieri Sabatucci, ambasciatore Ue all’Unione Africana, parlando delle relazioni tra l’Europa e l’Africa, sempre più vicine nei progetti e nelle iniziative rivolte alla migrazione. «Dopo che sono state diffuse le immagini che ritraevano i migranti in Libia ridotti in schiavitù, Unione europea, Unione africana e Nazioni unite hanno trovato un’intesa: attraverso un accordo c’è stato un rimpatrio volontario di circa 45 mila migranti. Cinque volte di più di quelli arrivati in Europa quest’anno. Questo è un esempio di cosa è una cooperazione oggi: una ricerca di interessi comuni”.

 

(C.C.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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