“L’uomo di oggi sembra soffrire, a proposito della libertà, di un enorme tentazione. Come se fosse stato condotto nella città santa e posto sul pinnacolo del tempio – come una volta Gesù Cristo – e come se Qualcuno gli dicesse: Sei tu Figlio di Dio, gettati giù”, ha affermato Monsignor Peter Erdo, arcivescovo di Esztergom e Primate d’Ungheria, docente di Storia del Diritto medievale, esperto che ha dato un importante apporto allo studio del diritto canonico, intervenendo all’incontro volto a definire come si individuano i vincoli, i condizionamenti umani, sociali, religiosi, che limitano la libertà.
“Come sapevano anche i greci, l’uomo è un essere sociale (‘zoon politikon’), un essere nato per esistere per qualcuno, da qualcuno e con qualcuno, come ha esposto splendidamente il Santo Padre Benedetto XVI , allora cardinale Ratzinger, identificando anche la causa più profonda, considerata teologicamente, di questa specialità che si esprime anche nel carattere particolare della nostra libertà: siamo creati a immagine di Dio uno e trino, della Santissima Trinità quindi, la quale è per sua essenza totalmente ‘essere-per’ (Padre), ’essere-da’ (Figlio), ed ’essere-con’ (Spirito Santo). La nostra libertà quindi, aspetto specifico dell’immagine di Dio, deve essere e funzionare in armonia con la libertà degli altri e dell’intera comunità organica”.
“Se la libertà umana – ha sottolineato al termine della vasta relazione, suddivisa in capitoli dedicati a ‘I valori come oggetti della libertà’, ‘Il diritto’, ‘Come individuare il bene comune oggettivo?’ – ritrova la sua vera vocazione, quella, invece di sfidare Dio, di rispondere liberamente all’amore e alla chiamata del Creatore, allora l’uomo troverà quella protezione e sicurezza nella sua storia che può portare solo l’armonia con Dio e con il mondo da lui creato. Allora anche il futuro dell’umanità non sembrerà un destino senza senso e direzione, ma una storia di salvezza che è l’unica vera liberazione”.
M.T.
Rimini, 26 agosto 2005