LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTIENE I PAESI PIÙ POVERI E DÀ LORO UN FUTURO: ESPERIENZE CONCRETE AL MEETING
Rimini, 22 agosto – Le polemiche sui migranti sono diventate lo spunto per accendere i riflettori su quanto il governo italiano sta facendo in Africa e non solo per aiutare quelle popolazioni a crescere e a desiderare di rimanere nelle loro terre. Questa sera nell’Area internazionale A3 il Meeting ha contribuito a divulgare questa opera di sostegno allo sviluppo, proponendo sei reportage girati in varie parti del mondo. All’incontro hanno partecipato Luca Maestripieri, dirigente dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo Aics, Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo Maeci, e Stefano Gatti, dello stesso ente, in veste di moderatore.
Il video di più grande attualità è stato certamente “Journal Rappe”, il telegiornale di Gunman Xuman e Keyti, due rapper famosi in Senegal, che informa a ritmo di rap i giovani senegalesi sui rischi di una migrazione irregolare. È stato realizzato dall’associazione culturale senegalese Africulturban, nell’ambito di un progetto targato Unesco e Aics sull’accesso ad un’informazione di qualità sui rischi, ma anche sulle opportunità della migrazione in Africa occidentale e centrale, e verso l’Europa. Maestripieri ha molto insistito sull’importanza di questo progetto «per evitare che molti giovani continuino ad intraprendere viaggi lungo rotte di morte, controllate dalla criminalità organizzata». Il direttore dell’Aics ha riconosciuto che migrare è un diritto ma «occorre farlo attraverso canali regolari per evitare rischi anche mortali».
In Somalia, un paese che ha conosciuto venti anni di guerra civile, le statistiche dell’Oms parlano di una donna su ventidue che muore di parto. Per questo è nato il progetto “Nato in Somalia” che, in collaborazione con l’Onu, gestisce un ospedale per le donne in stato di gravidanza. Il Sudan, dove c’è un ufficio dell’Agenzia, vede esperti italiani impegnati a favorire lo sviluppo di comunità rurali e la nascita di piccoli imprenditori agricoli.
L’America Latina è interessata, da anni, da interventi volti a limitare il fenomeno degli incendi boschivi, causati dai contadini che danno fuoco ai campi dopo il raccolto, pensando così di renderli più fertili. Il progetto si chiama “Amazzonia senza fuoco” (tra l’altro, da tre settimane proprio l’Amazzonia sta bruciando) e, dopo aver interessato il Brasile, è stato esportato in Bolivia, e successivamente approderà in Ecuador. Si tratta di formare delle brigate di protezione civile in grado di svolgere un’attività preventiva ma anche di immediato intervento in caso di incendi. «Questi progetti» ha detto Marrapodi «stanno contribuendo a diminuire notevolmente la quantità di emissione di co2 e di polveri che sono la diretta conseguenze dei boschi incendiati».
Il Ministero per gli affari esteri, di cui le due agenzie sono emanazione, opera anche nel Mediterraneo. Qui la situazione non è critica come in Africa o in America latina, ma lo sfruttamento delle risorse ittiche crea spesso degli incidenti. “Webport” è un progetto che mette in comunicazione fra loro le marinerie del Mediterraneo, Italia compresa, e fornisce anche consistenti aiuti a circa duemila pescatori. «La cosa più importante non è il sostegno economico», ha tenuto a precisare il direttore del Maeci, «ma il dialogo che si è avviato fra uomini delle diverse sponde del Mediterraneo, perché dove c’è dialogo diminuiscono i rischi di una conflittualità».
Infine, Il Medioriente. Il ministero ha sostenuto finanziariamente il restauro della chiesa della Natività a Betlemme, avviato nel 2013 da una ditta italiana, la Piacenti spa, qualche anno fa al centro di una fortunata mostra al Meeting. Questa sera era presente anche il presidente della ditta, Giammarco Piacenti, che ha ricordato i sei anni di lavoro e le duecentocinquanta maestranze italiane che vi hanno preso parte. Marrapodi ha evidenziato come in questo restauro «ci siano il saper fare dell’Italia, la nostra spiritualità, il culto del bello proprio della nostra cultura. Un intervento del genere costituisce un sostegno per l’economia locale come altri, della stessa natura, che stiamo portando avanti in Giordania, nei Balcani, in Egitto, Sudan e Iraq».
(D.B.)
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