L’Europa riparta dal lavoro. Con l’apporto fondamentale dell’Italia

Redazione Web

FURLAN, BOCCIA, MEZZANZANICA: L’UE SALVAGUARDI IL LAVORO NEL MERCATO GLOBALIZZATO MA SERVE UN CAMBIO DI MARCIA

 

Rimini, 18 agosto – «La crescita? Non basta che sia economica: per sentirci cittadini europei è necessario un aumento della qualità della vita. Occorre cambiare, ma per farlo bisogna operare dall’interno. E l’Italia deve avere un ruolo fondamentale in questo». Sono le parole pronunciate da Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, durante l’incontro “L’Europa salverà il lavoro?” che si è svolto presso la Sala Neri UnipolSai.

«Cade il governo che ha riportato la crescita a zero, quello stesso che non ha ascoltato per mesi chi rappresenta il lavoro» ha affermato la sindacalista. «Nel mercato globalizzato, l’Europa è quello che salva il lavoro nei singoli paesi. Garantisce un futuro per ognuno di noi», e «senza l’Europa abbiamo avuto un mondo con meno pace. L’Europa che mette al centro la dignità del lavoro è fondamentale per tutti i paesi che ne fanno parte».

La segretaria della Cisl durante il suo intervento ha proseguito spiegando che «la dignità del lavoro e della persona sono fondamentali per il futuro dell’Europa, non basta l’unità della moneta. Serve una crescita della qualità della vita e questo si fa attraverso la centralità del lavoro». Perciò, alla domanda se “l’Europa salverà il lavoro?”, la sindacalista genovese ha risposto che «per cambiare l’Europa bisogna esserci dentro, non dimentichiamoci che siamo tra i padri fondatori».

«Tante volte ci dimentichiamo di cosa significa o dovrebbe significare Europa per noi italiani e non solo. Lavoro, crescita, coesione, pace, diritti, dignità. Non disperdiamo questa opportunità» ha chiosato Furlan. «La qualità del lavoro oggi è determinata dalla qualità della conoscenza e della capacità di rinnovarla. All’Europa serve un “new deal”, e serve agire sul progresso sociale e civile, puntando su persona, lavoro, innovazione tecnologica già in corso. L’Europa deve cambiare, ma per cambiarla bisogna esserci dentro».

L’incontro si era aperto con l’intervento video di Luca Visentini, segretario generale Ces Conferenza Europea dei Sindacati, a cui ha fatto seguito l’introduzione di Sergio Luciano, direttore Economy, e l’intervento di Mario Mezzanzanica, professore associato di Sistemi informativi all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Dopo di che ha preso la parola Vincenzo Boccia, presidente Confindustria: «Abbiamo bisogno di una Ue riformata, unita e forte. Basti pensare che il nostro export vale circa 470 miliardi l’anno di cui 250 generati proprio in Europa. Per questo l’Italia non deve isolarsi in Ue, né economicamente né politicamente», ha detto. «L’Europa è il primo mercato al mondo, il più grande importatore e il più grande esportatore globale: in un contesto del genere, l’industria è fondamentale. L’Europa deve difenderla e renderla sempre più competitiva verso Usa e Cina», ha aggiunto il presidente di Confindustria. Che ha chiuso con un duro affondo, riprendendo le parole del segretario della Cisl Furlan: «Chi propone la democrazia diretta ha un modello di società e del nostro Paese molto diverso da quello contenuto nella nostra Costituzione».

 

(F.G.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

Scarica