Sono tre i filoni principali in cui si possono suddividere le otto mostre di questa edizione e che racconteranno secondo vari aspetti il tema della conoscenza lanciato dal titolo del Meeting.
Il primo filone è quello dei grandi personaggi, di cui fa parte la mostra “Cose mai viste. Galileo, fascino e travaglio di un nuovo sguardo sul mondo”, visitando la quale sarà possibile immergersi nella visione di Galileo, grazie ad una ricostruzione scenografica della volta celeste, riprodotta prospetticamente a 8 metri di altezza. Ci sarà inoltre una riproduzione multimediale che condurrà nel grande percorso di conoscenza fatto dallo scienziato, attraverso il quale ha avuto inizio la scienza moderna. Il percorso in più punti apre questioni più ampie, connesse all’oggi della scienza: è in questo orizzonte che si sono inseriti i richiami a Galileo da parte di Benedetto XVI e prima ancora da Giovanni Paolo II; e sulla scia dello storico intervento di quest’ultimo nel 1992 e attraverso le parole di due scienziati al top dell’astrofisica contemporanea, la mostra si conclude con un video rilanciando il tema dei rapporti tra la scienza e le altre forme di conoscenza. Tra gli oggetti ci saranno alcuni canocchiali, exibit di esperimenti galileiani sul moto realizzati dall’Università di Pavia, un exibit astronomico dal Planetario di Milano, copie di numerose lettere autografe di Galileo, degli acquerelli lunari e pubblicazioni a stampa dell’epoca, la sfera Armillare XVIII, una sorta di modello della sfera celeste dell’epoca e il celebre “Siderius Nuncius” .
Un’altra figura che potranno conoscere i visitatori del Meeting è quella della grande filosofa spagnola María Zambrano, nell’esposizione intitolata: “Vocare. María Zambrano, una vocazione alla conoscenza”. Un cammino scandito attraverso le tappe fondamentali della sua vita, con ricostruzioni di luoghi e video che parleranno di lei, del suo rapporto con il reale e con il maestro, i primi fattori di conoscenza per l’uomo. Il Caffè Greco, luogo per lei centrale durante l’esilio a Roma dal 1953 al 1964, in cui incontrava intellettuali e filosofi, verrà riprodotto in scala. Attraverso i due video si potrà conoscere il contesto storico in cui ha vissuto, nonché immedesimarsi con la sua idea di maestro.
Altro grande protagonista: “Nulla va perduto. L’esperienza umana di Pavel Florenskij”. Ogni passo del percorso sarà un’evocazione della vita di una personalità poliedrica come Florenskij: teologo, scienziato, filosofo, matematico, storico dell’arte e martire. Sarà lui stesso a parlare attraverso i suoi scritti ripresi nei pannelli della mostra. Un uomo serio con la realtà, tanto che ogni particolare veniva innalzato ad una dimensione più ampia. Presenti in mostra anche alcuni oggetti appartenuti a Florenskij.
Infine il grande vescovo e dottore della Chiesa, nell’esposizione “Sant’Agostino. Si conosce solo ciò che si ama”. Attraverso la testimonianza di Sant’Agostino, il visitatore potrà conoscere quello che innanzitutto è stato un grande uomo. Presenti in mostra alcuni manoscritti originali di opere di Sant’Agostino del 1500 di Erasmo da Rotterdam, esposti nel convento di San Pietro in Ciel d’oro, nonché una sala multimediale posta alla fine del percorso e intitolata “Agostino è vivo”, per raccontare l’attualità della sua esperienza e delle sue parole. Nel video finale verranno mostrate immagini dell’Arca di Sant’Agostino in cui si trovano le sue ceneri, mentre le voci di ragazzi reciteranno ad alta voce i passaggi di alcuni testi del santo.
Un secondo filone è invece quello artistico, in particolare riguardante la pittura del ‘400 e le basiliche cristiane.
Alla prima è dedicata la mostra “L’avventura della conoscenza nella pittura di Masaccio, Beato Angelico e Piero Della Francesca” dove le ricostruzioni scenografiche della cappella Brancacci a Firenze, in cui sono esposti gli affreschi del Masaccio, nonché quella delle cellette del convento di San Marco, sempre a Firenze, affrescate da Beato Angelico, ma anche i tre video sul ciclo di affreschi sulla leggenda della Vera Croce di Piero Della Francesca ad Arezzo, aiuteranno il visitatore a immergersi in quell’esperienza straordinaria di conoscenza e creatività che è stata innanzitutto vissuta dai loro autori e che da secoli continua a riproporsi a tutti.
“Da Costantino a San Paolo. La nascita della basilica cristiana”. Viene messo in evidenza il fenomeno della nascita delle basiliche cristiane a Roma, Milano ed Aquileia a partire dalle più antiche testimonianze risalenti alla fine del III secolo o all’epoca di Massenzio, ma soprattutto dopo l’editto di Costantino del IV secolo. Non è solo una mostra sull’architettura, ma in particolare sulle sue origini e sulla sua evoluzione. Ricostruzioni in scala di alcune basiliche aiuteranno il visitatore a fare esperienza di quanto è accaduto nel corso dei secoli. Tra le curiosità ricordiamo: una ricostruzione fotografica dell’aula di Porta Marina, ora situata al Museo dell’Alto Medioevo a Roma, nonché della Lastra di San Paolo fuori le Mura con l’iscrizione “Paulo apostolo mart”, che, come annunciato recentemente dal Santo Padre, copre la tomba dell’Apostolo.
Due mostre infine racconteranno esperienze di vita passate o attuali.
Nella prima “Napoli. Nessun dono di grazie più vi manca” si vivrà l’esperienza di un gruppo di amici nel quartiere Rione Sanità a Napoli. Attraverso video e lettere, ma anche volti di testimoni presenti in mostra, sarà raccontata la loro esperienza di vita e di speranza. La mostra è infatti un cammino attraverso queste storie di uomini rifioriti e ritornati liberi, pur in una città in cui la crisi è perenne come Napoli, dove la vita scorre tra difficoltà e contraddizioni. Un viaggio attraverso immagini, vicoli, canzoni, musiche e rumori, una vita che accade ora.
Nell’esposizione “Una vita felice per Dio e per il Re. L’avventura quotidiana nelle riduzioni del Paraguay” viene riproposta l’esperienza delle riduzioni gesuitiche dal 1500 al 1700. Entrando in mostra sarà come ritrovarsi in una riduzione, grazie alla ricostruzione di una parte di essa, con la piazza, le chiese, le case, il collegio, i laboratori. Verrà dunque riproposta la storia e lo svolgimento della vita quotidiana attraverso fotografie, pannelli e video. Anche il gioco di luci che scandiscono il susseguirsi del giorno e della notte, sarà strumento per comprendere l’importanza data al tempo dai gesuiti, perché ogni momento della giornata aveva uno scopo preciso. Su una parete della mostra un plastico riprodurrà inoltre una visione completa di una riduzione. Quattro video mostreranno l’ambiente storico – culturale dell’epoca, mentre il video finale condurrà alla scoperta dei luoghi in cui oggi rivive l’esperienza delle riduzioni, di una fede che genera una nuova civiltà, soprattutto attraverso l’opera di padre Aldo Trento.