Le nostre comuni sfide con l’Africa
Cibo, acqua e cambiamenti climatici
Rimini, 23 agosto 2023 – È in Africa che si giocano le principali sfide tra le più importanti potenze al mondo, ciascuna intenzionata ad estendere la propria influenza politica ed economica sui paesi più floridi del Continente Nero. Un luogo chiave anche per quanto riguarda le dinamiche principali della geopolitica mondiale: basti pensare al recente colpo di stato in Mali, proiezione di uno scontro tra Occidente e Russia che ha debordato dai confini ucraini.
Quale politica adottare nei confronti di una terra tanto strategica? È dal tentativo di rispondere a questa domanda che è nato l’incontro “Le nostre comuni sfide con l’Africa”, moderato da Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI, e introdotto dal presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, Bernhard Scholz.
All’evento hanno partecipato Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Cindy Hensley McCain, executive director of the World Food Programme (WFP).
Hensley McCain ha aperto l’incontro evidenziando che «in Africa una persona su cinque soffre di malnutrizione. Allo stesso tempo, però, ci sono tante risorse: innanzitutto, penso ai tanti giovani che lì vivono. Insieme a loro, tutti insieme possiamo garantire un grande futuro a questa terra». Un invito ripreso da Silvestri, che ha chiesto a Tajani quale linea al riguardo intende mantenere l’Italia; «L’Africa è allo stesso tempo un luogo ricco e povero», ha risposto il ministro. «Da Commissario Europeo mi sono sempre preoccupato di rafforzare le relazioni di buon vicinato tra il nostro continente e questa terra che, la storia ci dimostra, ha sempre mantenuto uno stretto legame con l’Occidente: non si può, infatti, pensare all’antica Roma senza pensare a Cartagine, non è possibile soffermarci sul concetto di cultura senza che ci venga in mente la Biblioteca di Alessandria».
Tajani ha poi spiegato che è da questo obiettivo che è nato il Piano Mattei: la costola italiana di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo Piano Marshall europeo. «Il Piano Mattei si pone come obiettivo quello di importare in Africa il nostro know how e di sostenere la formazione di coloro che vivono in quel continente; l’obiettivo non deve essere quello di trasformare i paesi africani in nazioni europee, cosa del resto impossibile. Quello che dobbiamo sostenere è invece la loro autonomia e stabilità politica ed economica».
In conclusione, la linea che l’Italia vuole mantenere nei confronti dell’Africa nei prossimi anni è emersa nel momento in cui il ministro ha sintetizzato la vision che lo guida come uomo e come politico: «Per me è fondamentale mettere al centro la persona e mantenere sempre una relazione con gli altri; ritengo, inoltre, che chi ha di più abbia il dovere di aiutare chi ha di meno. Solo mantenendo uno spirito di fratellanza sarà possibile collaborare insieme per un futuro migliore, per l’Africa e per noi».
(A.P.)