Le associazioni e la loro diversità. Quale valore per imprese e paese

Press Meeting

Accesso al credito semplificato per una maggiore competitività sui mercati, innovazione e internazionalizzazione delle imprese, maggiore sburocratizzazione, un sistema legislativo che agevoli l’occupazione giovanile, introduzione del principio della sussidiarietà nei rapporti fra Stato e imprese. Queste le principali richieste dei rappresentanti delle associazioni delle piccole medie imprese che si sono incontrati oggi, martedì 20 agosto, alle 11.15 nel convegno svoltosi al Meeting di Rimini in sala Neri.
Al convegno dal titolo “Le associazioni e la loro diversità. Quale valore per imprese e paese”, moderato da Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, ha partecipato Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea. Gli altri relatori invitati Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo.
“Oggi un potere politico qualsiasi non può sostituirsi ai cittadini e alle associazioni, altrimenti avremmo uno stato centralistico – dice Scholz nell’introdurre i relatori – L’apporto che ogni cittadino può dare per contribuire al bene comune è enorme. Ognuno di noi è chiamato a collaborare”.
Nel suo intervento Gardini sottolinea il ruolo delle associazioni: “Sono al servizio delle imprese, sono un mezzo e non un fine. La cooperazione, nonostante la crisi, crea occupazione, dall’inizio del periodo negativo dell’economia il sistema delle imprese registra una crescita dell’8 per cento”. Il problema attuale è l’accesso al credito, “uno strumento che Confcooperative continua a mettere a disposizione dei propri associati è il consorzio fidi”.
“Le micro piccole imprese sono numerose nel nostro paese – prosegue Merletti – Occorre ripartire dall’esistente e insistere nel fare rete. Le cose che servono sono un nuovo welfare, sostegno agli imprenditori, maggiore interfaccia per dialogare con il mondo della politica”. Secondo il presidente di Confartigianato “l’imprenditore è un valore, le associazioni devono raccogliere la sfida del cambiamento e cambiare pelle, non devono essere organismi autoreferenziali”.
Portando l’esperienza di Federlegno Arredo, Snaidero aggiunge: “Il settore dell’arredo di qualità è una forza del nostro paese, è costituito da dieci associazioni, più tre aggregate, da 2800 associati, da una struttura organizzativa con sede a Milano fatta di 140 persone. Nel 2008 il fatturato di tutte le imprese è stato di 42 miliardi di euro, nel 2012 di 28 miliardi con una perdita notevole da colmare con una serie di iniziative”. Le risposte date dall’associazione sono il rilancio del mercato con un bonus del 50 per cento a favore dei nuovi clienti da restituire in dieci anni, una massiccia campagna stampa per favorire gli acquisti dei nostri prodotti , la lotta alla contraffazione, missioni all’estero per promuovere la qualità italiana. “Infine la formazione – sottolinea Snaidero – con la creazione di nuovi poli in Brianza, Friuli, Veneto per creare nuovi giovani imprenditori”.
Dardanello evidenzia il ruolo delle Camere di Commercio: “Il sistema camerale è l’anello di congiunzione fra pubblico e privato. È costituito da sei milioni di piccole e micro imprese, una ogni dieci italiani. A tutti gli imprenditori dobbiamo garantire sostegno alla ripresa e competitività. Bene utilizzare i contratti di rete per aggregare gli imprenditori e internazionalizzare”.
La parola va infine a Tajani che sottolinea l’impegno e il sostegno della Commissione europea: “La sfida si gioca a livello europeo e globale – dice – La commissione ha avviato e sta lavorando, da un lato, per una normativa a tutela del made in Italy e delle imprese europee; dall’altro a difesa del diritto del consumatore che deve sapere cosa acquista. Mi riferisco in particolare alla lotta alla contraffazione attraverso leggi che garantiscano la tracciabilità del prodotto e direttive per un coordinamento a livello europeo delle dogane”.
Il vicepresidente della Commissione europea elenca poi i provvedimenti legislativi già attuati o in fase di discussione in commissione”. La lista delle cose da fare è lunga. Si parte dalla riduzione del debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, per proseguire con le iniziative per l’accesso al credito, un pacchetto di finanziamenti a favore delle Pmi, una riduzione drastica della burocrazia e dei tempi della giustizia civile nelle cause in cui vedono sfavoriti gli imprenditori, una serie di missioni nel mondo con l’ausilio delle Camere di Commercio all’estero per favorire e promuovere i nostri prodotti, l’introduzione di periodi di formazione nella scuola dell’obbligo. Andassero in porto almeno alcuni di questi provvedimenti, la competitività delle aziende ne risentirebbe immediatamente in positivo.

(G.G.)

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