L’avventura dell’educazione civica

Redazione Web

L’avventura dell’educazione civica

Rimini, 24 agosto 2022 – «La classe è una città dove si educa a diventare cittadini, si fa i con-ti con tutti, è una società in cui i ragazzi fanno esperienza»: così ha esordito lo scrittore Luigi Ballerini per introdurre l’incontro dal titolo “L’avventura dell’educazione civica”. L’approccio che parte dalla narrativa tramite romanzi fa da apripista per il dialogo e il confronto ed è uno dei modi con cui i docenti lavorano su questo tema, l’educazione civica.
In questo periodo di emergenza educativa che ha reso i ragazzi sempre più soli e reattivi, l’insegnamento scolastico dell’educazione civica, introdotta dalla Legge 92/2019 è diventato un bene per la vita dei ragazzi e ha maggiormente formalizzato e valorizzato il ruolo della scuola nell’educazione collettiva. Interviene per prima Laura Arrigoni, docente Istituto Maria Ausiliatrice, Lecco, illustrando il modo trovato per presentare la disciplina: «L’approccio dell’economia civile, che incarna tutto ciò che è la cultura del lavoro e porta nella comunità educante fiducia, mutuo vantaggio e felicità. A Napoli nasce la prima cattedra di economia civile, che pone al centro l’attività economica. L’aula diventa così tutto il territorio che pullu-la di esperienze. A Lecco abbiamo il distretto industriale della metallurgia. Non solo visitiamo imprese e musei, ma cerchiamo anche testimoni credibili. Un giorno a lezione mi sono accor-ta che i miei ragazzi scaricavano l’app per entrare nel mercato delle criptovalute. Ho capito che dovevo fare una lezione ancora più interessante. Trovare dei testimoni, persone che non hanno solo cose da dire, ma testimoniano una vita di successo. Ecco, gli imprenditori sono persone meravigliose, incarnano la cultura del lavoro che ti realizza come essere umano. Ci ispiriamo anche agli imprenditori del passato facendo vedere loro un film su un imprenditore, come ad esempio Olivetti, e poi portiamo i ragazzi a Ivrea. L’educazione civica crea ricchezza per tutti e soprattutto i ragazzi diventano generativi, cioè protagonisti dell’apprendimento. Bisogna aver anche il tempo per riflettere su ciò che è stato il percorso, così gli alunni si rendono conto di ciò che hanno imparato».
Emanuele Panni, docente di Storia e Filosofia, Istituto Istruzione Superiore Savoia-Benincasa di Ancona, afferma: «Abbiamo ribaltato il paradigma superando le dimensioni tradizionali li-bresche: ho scoperto il gusto di lavorare insieme, progettare e mettere in comune ciò che c’è di bello. Abbiamo stimolando i ragazzi a una partecipazione alla vita in comune attraverso le radici della storia per leggere la realtà, individuando un prodotto da realizzare insieme e così fare esperienze reali di cittadinanza. Siamo partiti dalle loro domande e anche valorizzando le passioni dei docenti. Questo rende tutti protagonisti. Abbiamo creato un’unità didattica di apprendimento sul volontariato invitando attori del territorio che sono testimoni di un bene per tutti, tra cui l’Avsi».
La terza testimonianza di un percorso di educazione civica è di Gabriele Laffranchi, docente, presidente di Cosmopolites: «Quando ho letto la legge ho da subito colto una grande opportunità. Vivere nella scuola e mettere al centro lo studente. Qual è il ruolo dell’educazione ci-vica? Qual è il ruolo del docente? Dobbiamo insegnare qualcosa che non abbiamo studiato e dobbiamo avere l’umiltà di accettarlo. C’è una avventura che possiamo vivere, la cultura della conoscenza. Il docente è colui che fa innamorare. Quindi abbiamo proposto un percorso con esperti facendo incontrare ai ragazzi chi vive questi temi». È stato tangibile l’entusiasmo di Monica Fugaro, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Parabiago, Milano: «L’educazione civica è la sintesi del titolo del Meeting, “Una passione per l’uomo”. Ci metto testa, tempo e cuore, mettendo sempre al centro lo studente».
(M.S.)

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