“Lavoro, grazie a Dio”

Press Meeting

Rimini, 23 agosto 2015 – “Mi pagano per disegnare, per fare cioè la cosa che amo, quindi la mia vita è fantastica”. È la prima risposta che l’architetto cinese Lyndon Neri ha dato a Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo, che nell’incontro pomeridiano in C1 gli aveva chiesto perché lavorasse. Neri ha 50 anni, studi professionali a Shangai e Londra, dipendenti di 30 nazionalità, affermato nel suo Paese e affascinato dall’Italia; è un professionista che parlando di lavoro dice che, oltre a pensare ai soldi e al potere, uno “deve sviluppare i doni che ha, deve capire chi è, fare quello che lo appassiona e farlo bene”. Uno che invita i giovani ad accertarsi “che i propri sogni siano ispirati dal Signore, altrimenti sono sogni vacui e inseguendoli perdete il vostro tempo”.
Lyndon ha detto che in Cina la religiosità non è particolarmente coltivata ma suo padre gli parlava ogni giorno di Dio e così lui ha finito per stabilirci un rapporto personale, che dura ancora oggi. Ha raccontato con convinzione di aver vinto tutti i concorsi a cui ha partecipato grazie alla preghiera e di essere continuamente definito nel suo operare da alcuni versetti della Bibbia che cita a memoria. “Dopo tante affermazioni, mi sembra di sentire Dio che mi domanda: vuoi continuare ad onorarmi oppure pensi di aver avuto successo solo grazie ai tuoi meriti? Ho lavorato duro ma so che le cose vengono dall’alto”. Ne è così convinto che la sua prima preoccupazione nei confronti delle figlie è quella “di dar loro la possibilità di sviluppare un rapporto con Dio come ha fatto mio padre con me, perché senza questo rapporto la vita sarebbe persa e superficiale”. Carriera, successo e soldi sono importanti, in Cina come altrove, “ma ognuno, nel profondo, sa quando è soddisfatto oppure no; la vita è breve, cerchiamo di fare esperienza di pienezza e chiediamoci sempre qual è la nostra vocazione e per quale motivo siamo al mondo”.
Lyndon ha raccontato cosa gli capita quando vince qualche concorso importante. “Sulle prime sono felice, poi sento un vuoto, sento di volere altro e capisco che la felicità non viene dalle cose materiali perché tutto quello che c’è non riuscirebbe mai a soddisfarci del tutto”. Ha poi ricordato la sua carriera scolastica, scandita dai premi del padre ad ogni step superato: un Rolex, una cinepresa, un’automobile, un mazzo di rose e un versetto della Bibbia: “Non contare solo su di te, ma onora il Signore e fidati di lui”. “I regali sono andati perduti – ha detto – ma la parola di Dio è sempre con me e continua a guidarmi ogni giorno”.
Richiesto di un parere sul Meeting, ha detto che al momento dell’invito pensava ad una convention politica o religiosa oppure ad un seminario professionale. Poi arrivando in Fiera ha avuto l’impressione che la gente che incontrava fosse tutta alla ricerca di qualcosa. “C’è uno spirito che percepisco – ha confessato – ma che non riesco ancora a definire”.

(D.B.)

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