“Se è chiaro che tutti vogliamo un’Italia saldamente agganciata al mercato europeo e capace di creare occupazione per tutti, allora possiamo parlare della responsabilità di ciascuna parte, sia delle istituzioni che della società civile”. È Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, a lanciare la provocazione iniziale dell’incontro “Lavoro e crescita” delle 11.15 in sala A3, precisando che l’incontro si svolgerà in due tempi con un giro di domande attorno ai temi: condizioni della crescita e nesso tra occupazione e crescita. Partecipano nomi di primo livello: Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl; Fulvio Conti, vicepresidente di Confindustria per il Centro Studi, amministratore delegato e direttore generale di Enel e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Maria Fornero.
Il quadro della nostra economia, legato in particolare all’export dell’industria manifatturiera, non è confortante – ha esordito Fulvio Conti – ci aspettiamo una caduta del 2,5 per cento dovuta al rallentamento dell’economie dei paesi Brics (la Cina in particolare vedrà scendere la crescita dal 9 per cento al 7). Il 2013 sarà ancora negativo in quanto il mercato interno non reagisce alla diminuzione della domanda estera. Questo è motivato da due fattori: da una parte dal minor reddito disponibile delle famiglie e dall’altra dalla paura dell’avvenire. “Ma il problema vero del Paese – ha continuato il relatore – è la burocrazia che soffoca ogni iniziativa: chi investe ha bisogno di tempi certi”. Un elemento per accrescere la produttività delle nostre imprese è poi la riduzione del cuneo fiscale. L’Enel, ha continuato Conti, “assume ogni anno duemila giovani e spende in formazione 27 milioni di euro. Quindi investiamo sui giovani e molto; chi viene da noi trova un ambiente aperto all’innovazione, tanto che abbiamo costituito Enel Lab”. L’innovazione, aggiunge il manager, deve essere uno dei temi del futuro: occorre trovare strade nuove per favorire nuovi brevetti, perché “solo con nuovi prodotti potremo stare sui mercati internazionali del manifatturiero”.
“Dobbiamo ricreare un moto di popolo che trovi nelle istituzioni il sostegno necessario per crescere”. Con queste parole Raffaele Bonanni lancia la sua provocazione dal palco del Meeting. La rinascita dell’Italia si avrà se tutti i talenti vengono messi in moto: “è troppo tempo che viviamo nel torpore”. Il sindacato non è contro l’impresa, perché se vanno bene le aziende va bene anche l’occupazione, tuttavia, aggiungere il numero uno della Cisl, “non capisco perché l’accordo interconfederale sul pieno utilizzo degli impianti firmato da tutti le parti non è stato portato avanti”. Bonanni ha poi individuato i colli di bottiglia che frenano lo sviluppo del paese. “Abbiamo troppe tasse, siamo il paese d’Europa che mette il fardello più pesante sulle spalle dei suoi cittadini e delle imprese, vendiamo i beni immobiliari per abbattere il debito pubblico”. Ma non c’è solo la pars destruens. Il sindacato ha proposte concrete per rilanciare l’economia: credito d’imposta per le aziende che assumono giovani e per l’occupazione femminile e part-time per i lavoratori prossimi alla pensione che permetta forme di tutoraggio ai giovani assunti e alleggerisca le imprese con una sorta di contribuzione figurativa come già sperimentato in Lombardia.
Elsa Fornero risponde alla prima questione posta descrivendo gli impegni assunti dal governo tecnico allo scopo di creare le pre-condizioni della crescita: allontanare il Paese dalla crisi finanziaria e sciogliere nodi, vincoli, lacci. In tal senso vanno letti il provvedimento sulle liberalizzazioni, il decreto sulla semplificazione, la revisione del meccanismo di spesa. Quale ricetta allora per la ripresa? “Instradare il Paese su un sentiero che torni a essere di crescita – annuncia il ministro – non cedendo all’illusione che la de-crescita sia un fatto positivo. Noi abbiamo bisogno della crescita, perché significa lavoro e benessere”.
Fornero traccia quindi una linea di sviluppo ispirata alla sostenibilità (dell’ambiente, della distribuzione del reddito), al lavoro, alla trasparenza, al rispetto delle norme e alla solidarietà. Il ministro avverte anche che il risparmio e l’investimento, soprattutto sui giovani, rimangono prerequisiti indispensabili di una vera crescita e “non stanno fuori da un piano che privilegia in assoluto il riconoscimento pieno del merito”. “Quali misure prese dal governo vanno interpretate in funzione dell’incremento dell’occupazione giovanile? – domanda il ministro – La riforma pensionistica: il primo tentativo di ri-bilanciamento tra generazioni”, senza nascondere che da essa derivano tutti i problemi che possono essere dettati da un provvedimento subitaneo. Fornero definisce il precariato (giovanile, ma anche femminile) come il vero problema da affrontare per risolvere il nodo della disoccupazione, “senza cadere però, in una cattiva flessibilità”. “In tal senso – precisa il ministro – si deve parlare di apprendistato, da usare come metodo per insegnare ai giovani delle competenze”.
(G.L., A.S.)
Rimini, 23 agosto 2012