Gli amici del Club di Papillon hanno dato vita ad una piacevole tavola rotonda alle 19 nell’affollatissima Sala Mimosa B6, che non è bastata a contenere la copiosa affluenza di pubblico.
Il giornalista Marco Gatti ha introdotto così l’incontro: “Il Club di Papillon è nato ufficialmente 19 anni fa con l’obiettivo di mettere al primo posto il gusto e le piacevolezze della tavola. Abbiamo posto nel titolo della rassegna la parola ‘adesso’ per sottolineare l’attualità degli argomenti del cibo e del vino nella realtà odierna”. Il giornalista e scrittore Luca Doninelli ha esordito sottolineando come “ciò che muove l’individuo, che ne stimola i sensi è il bello. Oggi è difficile parlare di bellezza, poiché è sempre più difficile parlare di emozioni. Dietro ogni piatto c’è sempre una persona, con un impegno ed una sua arte culinaria. Il desiderio è ciò che spinge a degustare, a mangiare, esso va coltivato nel tempo; far da mangiare richiede creatività, per questo il cibo è arte”.
Opinioni condivise anche dallo psichiatra psicoterapeuta Alessandro Meluzzi, fondatore della Comunità Agape Madre dell’accoglienza. “I concetti che stasera stiamo trattando – ha esordito Meluzzi – non sono imprescindibili dalla sinestesia, ossia l’utilizzo di un senso al posto di un altro: ciò di cui parliamo non va collocato in una dimensione straordinaria, ma in una dimensione di concretezza, che deve condurre il cristiano nella ricerca di Dio. Se la nostra spiritualità non si radica nella materialità del cibo, forse non possiamo nemmeno definirci cristiani. La concretezza si lega alla tradizione: il radicarsi e il depositarsi nel tempo è importante anche nelle degustazioni, e non essendo noi solo sinestesici, ma anche comunitari, dobbiamo ricercare un simbolo in ogni tradizione; ad esempio fare cin cin con due coppe di vino simboleggia speranza e felicità per il futuro”.
Per Lucio Sotte, medico chirurgo esperto in agopuntura, il contributo della medicina cinese è molto importante, grazie soprattutto al grande accento che essa pone sui cibi e sulla cucina: “I cinesi per primi capirono che vi è un grande legame fra salute e modo di alimentarsi. L’uomo deve interessarsi al cielo e alla terra: al cielo appartiene la parte spirituale, mentre alla terra pertiene la parte fisica, legata al fisico, al corporeo: noi siamo infatti in parte generati dalla terra e da essa traiamo il nutrimento”. Per questo, ricorda il clinico, l’uomo alterna la sua alimentazione al cambiare delle stagioni: i cinesi per primi trattarono per iscritto l’importanza di una diversa alimentazione secondo le stagioni, di un diverso trattamento dei cibi, di una differente valorizzazione degli elementi propri del nostro modo di mangiare.
Conclusione a cura di Paolo Massobrio, giornalista e presidente del Club Papillon. “Ero un po’ scettico a parlare di cibo e vino in un periodo di crisi quale il nostro, ma ho pensato che bisogna sempre guardare in alto. Questo incontro è nato da un’amicizia fra me, Meluzzi, Doninelli e Gatti, fatta di silenzi ma anche di grandi momenti di convivialità. Di qui l’idea di scrivere un libro. Noi parliamo di qualcosa che c’è, di un’esperienza che determina l’esistenza. Il Club di Papillon, che oggi conta più di seimila iscritti, nasce da un’esperienza di questo tipo”.