“Acqua come risorsa necessaria…(perché senza acqua non c’è vita)”.
Marco Lucchini, Direttore Generale Fondazione Banco Alimentare, preferisce cambiare il titolo dell’incontro per evidenziarne maggiormente lo scopo: “aumentare la coscienza di tutti nell’affrontare il problema di un bene comune, che non può essere disatteso, ed interessa la vita di tutti i giorni e di tutti i cittadini, dal contadino all’imprenditore”. Si chiede Lucchini: “come affrontare il ‘problema acqua’ nella responsabilità del politico o dell’imprenditore?”
“La sostenibilità è una necessità ed una virtù per la nostra azienda”. Per Marco Settembri, presidente della Nestlè – Italia, la verifica del rispetto ambientale delle diverse produzioni assume un ruolo fondamentale, accanto ad una riduzione dei consumi, nonché una politica di compensazione dell’ambiente stesso. Una responsabilità etica e morale alla quale la Nestlè non si sottrae, a condizione che non si compiano operazioni politiche demagogiche, come l’ulteriore balzello sull’acqua introdotto nell’ultima finanziaria Prodi. “Occorre prendere sempre meno di ciò che la natura offre, per produrre in maniera sostenibile e garantire la produttività in futuro”. Ma Settembri non è un filantropo e rimane un imprenditore; accanto ai nobili ed efficaci progetti, del tipo “Water education for children”, dichiara: “per noi l’acqua deve avere un prezzo altrimenti si spreca” e l’esperienza di Agrigento docet.
“Costruire regole per fare in modo che le aziende producano beni comuni e non problemi”. Il parere del politico è chiaro. Ermete Relacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, conosce bene i suoi interlocutori. Per Relacci è opportuno realizzare un corretto bilancio idrico-energetico, riorganizzando la politica agricola, attraverso un miglioramento della qualità ed incentivando le produzioni locali. L’individuazione di politiche capaci di raccordare gli interessi privati con l’interesse pubblico sembra rappresentare il punto di arrivo di un percorso comune, che contempli l’aspetto educativo e, nello stesso tempo, di controllo (es. incentivare il miglioramento delle rete distributiva attraverso l’intervento dei privati). “Una politica, di ‘compensazione’ degli sprechi – conclude Relacci – oltre salvaguardare l’immagine della politica stessa, rappresenta una nuova sfida economica per il futuro. Lucchini chiede:”agricoltori consumatori o inquinatori?”
Sergio Marini, Presidente Coldiretti, getta acqua sul fuoco: “non si può inventare un’agricoltura senz’acqua! Coldiretti vuol fare la sua parte nel progetto comune di razionalizzazione della risorsa acqua”. Marini dubita che soluzioni legate alla riduzione dei terreni irrigui, o radicali riconversioni colturali possano essere efficaci, altrimenti “dovremmo chiedere agli Italiani di fare colazione con l’orzata e non con il cappuccino”. Per il Presidente di Coldiretti si deve partire da un nuovo concetto di “efficienza” nei consumi dell’acqua in agricoltura: riconvertire i vecchi impianti di irrigazione, riutilizzare le acque reflue depurate, aumentare la capacità di captare quelle piovane, attraverso infrastrutture a basso impatto ambientale, ed arginare il fenomeno molto diffuso dell’impoverimento di sali minerali dei terreni agricoli, ormai forse troppo stressati.
N.L.
Rimini 23, agosto 2007