“Il dramma della vita è il metodo, cioè la strada, la via. L’incontro di questa mattina illumina il senso del titolo del Meeting perché illumina il metodo”. Così ha esordito John Kinder, Professor of Italian Studies, University of Western Australia, introducendo l’incontro nel grande Auditorium di Rimini Fiera. Kinder ha proseguito: “Se la verità è soltanto qualcosa di assoluto, di trascendentale, mi può interessare fino ad un certo punto. Ma se la verità mi raggiunge come proposta, non posso restare indifferente o neutro”.
Anthony Fischer, Vescovo Ausiliare di Sidney e coordinatore della Giornata mondiale della gioventù 2008, ha intitolato il suo intervento: “Proporre la verità ed evangelizzare la cultura: una prospettiva australiana”. Fischer, che appartiene all’ordine dei Domenicani, ha ricordato che il motto dei frati predicatori è “Veritas”. Dopo aver segnalato il clima di relativismo che contraddistingue la nostra epoca, il relatore ha affermato: “Questa mentalità è contraddittoria: se non c’è la verità, allora non ci può essere neanche un ‘si deve’”, mentre invece la mentalità odierna, relativistica e nichilistica, è piena di “si deve”. Ha proseguito il Vescovo: “La verità viene proposta, l’ideologia imposta. La verità è umanizzante, l’ideologia disumanizzante”. Quindi, richiamandosi a S. Paolo: “La saggezza è venuta per restare con noi. La verità non è un sistema, una dottrina, un libro, nemmeno la Sacra Scrittura. È una persona: Gesù Cristo. È, ancora, una comunità di persone: la santa Trinità, la santa Chiesa”. Il compito urgente di evangelizzare la cultura, o meglio le culture, è stato poi al centro di diverse osservazioni. Fischer ha parlato anche della situazione dell’Australia e dei compiti in essa della Chiesa: “Nonostante ciò che ha cercato di inoculare l’ideologia, ha ragione sant’Agostino: il cuore umano non troverà pace finché non riposerà in Cristo e nella sua santa Chiesa”. Infine un caloroso invito ad essere presenti e a portare la propria testimonianza a Sidney alla Giornata Mondiale della Gioventù.
“Che la verità sia una proposta”, ha affermato Giancarlo Cesana, “vuol dire che può essere riconosciuta solo dalla libertà; non può essere imposta. Che la verità implichi la libertà è un dramma. La verità è un impegno anche per chi la propone. La debolezza dell’educazione risiede nel fatto che tanti adulti, richiamando i figli, non si sentono richiamati loro: non c’è nessuno che li corregge”. Il relatore, docente di Medicina del lavoro alla Bicocca di Milano, facendo riferimento all’insegnamento di don Giussani, ha detto che “l’uomo riconosce la verità di sé attraverso l’esperienza di corrispondenza, di attrattiva, che essa suscita: attrattiva significa esperienza coinvolgente, cogente (non un fatto ‘piacevole’)”. Ancora: “La verità non è una cosa solo intellettuale: si manifesta in un’attrattiva, in un coinvolgimento di tutta la persona e di tutta la vita. L’incontro con la verità è un ‘tuffo al cuore’. Abbiamo seguito Gesù Cristo, perché, seguendolo, la vita diventa migliore”. Eco ha scritto: “Temo i profeti e coloro che sono disposti a morire per la verità. Forse il compito di chi ama gli uomini è far ridere della verità”. Ha replicato Cesana: “Ciò che convince della verità sono, al contrario, coloro che sono disposti a morire per essa”, non attraverso il suicidio o l’affermazione violenta di sé. “Si può aspettare 80 anni per morire per la verità”. Diverse osservazioni del relatore si sono concentrate sulla drammatica urgenza educativa e sul compito degli adulti: “Il nostro movimento è stato iniziato da un adulto che era più giovane dei giovani. Se una proposta non mette in gioco ragione e libertà, ma solo il sentimento, non è vera. La verità, Dio, si è attaccata agli uomini; ed è magnifico che questa proposta abbia un volto così concreto, sia una realtà nel mondo”. Cesana ha affermato ancora che “perché una proposta sia efficace è necessario che ci sia un cuore che la viva. Nell’educazione è decisiva la passione per la verità e questo si vede soprattutto nelle sfumature”.
Questa è stata l’affermazione conclusiva del relatore: “Che la verità sia una proposta è la ragione per cui noi siamo al mondo: si chiama missione”.
V.C.
Rimini, 24 agosto 2007