La tecnologia secondo Fabio Catani e Gianpiero Perri

Press Meeting

Giovedì 25, un incontro all’interno del ciclo “What’s human about technology?”

Nello spazio What?, Piazza A5/C5, alle 11.30, le tecnologie del movimento e degli effetti speciali catturano l’attenzione dei visitatori, con la partecipazione di Fabio Catani, Professore di Ortopedia all’Università Policlinico di Modena e Gianpiero Perri, Direttore Generale Apt Basilicata.

“La ricerca del bene mi ha sempre guidato”, ha esordito Catani. Per i chirurghi, in particolare, la conoscenza del malato non deve essere mai data per scontata, perché “noi non siamo nulla senza il paziente”. La biomeccanica aiuta a capire come funziona l’uomo e i risultati sperimentali sono fondamentali per conoscere il malato nel dettaglio. Il limite e l’errore umano sono utili nel ricercare l’origine dei fallimenti e in questo modo migliorare le tecnologie. “Ma è il paziente che valuta l’appropriatezza e l’efficacia del trattamento, dicendo se è soddisfatto o meno, come fanno in America”, ha precisato Catani, mostrando l’immagine di una protesi alla caviglia. La tecnologia che studia il movimento è stata applicata alla chirurgia: il controllo intraoperatorio misura la deformazione. Il professore è arrivato poi alla chirurgia robotica, che attraverso la Tac, la risonanza magnetica e altre tecniche dell’immagine consente al chirurgo di essere il più accurato possibile nella diagnosi. “L’aspetto decisivo, in chirurgia, è il limite di strumenti pesanti come il bisturi e la fresa, che possono andare a ledere l’arto”. A fronte delle nuove tecnologie – ha concluso il docente, “il paziente deve essere sempre messo al centro”.

Nel suo intervento, Perri si è concentrato sulla tecnologia al servizio della cultura, in particolare sui musei e la valorizzazione del patrimonio culturale. Con la recente invenzione dei Google Glass, che proiettano sulle lenti oggetti tridimensionali, i visitatori dei musei in generale hanno mantengono ricordo più vivido dei quadri esposti nelle grandi pinacoteche. “La realtà aumentata e la realtà virtuale – è il pensiero di Perri – ricostruiscono una dimensione di senso e di contesto, mettendo insieme la percezione visiva e la capacità di lettura dell’uomo. Le tecnologie degli effetti speciali rigenerano le dimensioni originali di antichi monumenti, come i castelli, ricollocando le costruzioni nella loro dimensione originaria. Ma Perri avverte che “gli effetti speciali da soli non emozionano e la realtà virtuale, riprodotta dalla tecnologia del visivo, rappresenta il mondo da una percezione indiretta”. Diventa fondamentale allora il recupero dell’opera d’arte attraverso una percezione diretta. Perri ha concluso l’incontro con una riflessione: “La presunzione che tutto sia misurabile alimenta la sempre presente tentazione di potere nell’uomo. Allora bisogna assumersi il compito di elaborare una cultura che tenga a freno questo desiderio”.

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