È ormai tradizione che il Meeting allestisca ogni anno nella città di Rimini una mostra di alto livello artistico: quella di quest’anno, dedicata agli affreschi della Cappella Sistina realizzati da Michelangelo, è stata presentata in un incontro cui hanno preso parte, insieme a Giovanni Gentili, curatore delle mostre Meeting, Claudio Strinati, storico dell’arte e Soprintendente per il Polo Museale Romano, Alessandro Rovetta, Docente dell’Università di Milano, autore di uno dei saggi in catalogo, e Claudio Colalucci, Consulente per il restauro delle pitture dei Musei Vaticani, che ha illustrato alcune delle risultanze emerse nel corso delle operazioni.
La creazione del percorso della mostra, ha sottolineato Alessandro Rovetta, commentando la proiezione di alcuni dei disegni michelangioleschi, è partita da un punto di osservazione particolarmente interessante e suggestivo, quello dei disegni di Michelangelo, che formano un ‘corpus’ assai nutrito.
“Ci siamo accorti di quanto Michelangelo fosse animato da un’ideale di bellezza, di desiderio del vero; da un bisogno quotidiano, stringente, della salvezza. Alcune figure si possono mettere in sequenza, come nei disegni di modelli e figure virili sui modelli classici. Ci ha colpiti il suo ragionare partendo dalla figura e dalle forme, ponendosi in rapporto alla conoscenza in termini di approccio oggettivo-scientifico alla realtà: come fa per ottenere una figura dei “Prigioni” per la tomba di Giulio II, disegnandola in fase preparatoria con il braccio in movimento, una gamba alzata, in un movimento di rotazione. Altri esempi mostrano come Michelangelo lavorasse sempre sull’invenzione e sulla memoria, come fattori sempre presenti. È la forma che lo conquista: la forma di un soggetto mitologico rivoltata diventa la figura di Cristo risorto. Anche disegnando negli schemi preparatori figure di profilo, cercava sempre di dare la consistenza della materia”.
“Mi sono chiesto – ha detto Claudio Strinati – quale rapporto si può vedere tra Michelangelo e la domanda che è il tema del Meeting. Se c’è un uomo che ha voluto la vita e ha desiderato giorni felici, questo è Michelangelo, e ciò si nota assai bene nella Cappella Sistina. Un luogo voluto da Sisto IV per ricreare l’immagine stessa del Tempio di Salomone: uno spazio che appare fisico e metafisico. Non a caso vi si tengono i conclavi, ed è questo il motivo per cui furono chiamati a raccolta i maggiori artisti dell’epoca. Nella Sistina Michelangelo, superando ogni altro artista, ha rappresentato inizio e fine dell’umanità nella Storia della Salvezza”.
M. T.
Rimini, 26 agosto 2003