LA SFIDA DEL DISCORSO DI RATISBONA E LA LEZIONE DI EUGENIO CORECCO

Press Meeting

“La memoria di un’amicizia sacerdotale premessa viva di un’amicizia accademica”: con queste parole il cardinale Antonio Maria Ruoco Varela, arcivescovo di Madrid, ha sintetizzato il suo intervento in ricordo di monsignor Eugenio Corecco, vescovo di Lugano e professore di Diritto canonico all’Università di Friburgo, morto nel 1995. Il presule ha parlato in occasione dell’incontro dal titolo: “La sfida del discorso di Ratisbona e la lezione di Eugenio Corecco” (alle ore 15.00 in sala Neri).
Da compagno di studi di Corecco all’Università di Monaco negli anni Sessanta, Ruoco Varela ha sottolineato che proprio il rapporto umano, la fratellanza nel sacerdozio e la fede, sono stati gli elementi fondamentali che hanno permesso ai “due giovani sacerdoti” di compiere un cambiamento rivoluzionario nell’interpretazione del diritto canonico, superando il concetto di “società perfetta”, e introducendo quello di servizio alla comunione della Chiesa in tutte le sue componenti. “La categoria della comunione – ha dichiarato il cardinale – era per noi quella decisiva. Essa permetteva di introdurre il concetto di una ragione teologico-giuridica che chiarificava e metteva in relazione la dimensione visibile e invisibile del Mistero della Chiesa, il contenuto storico salvifico della sua missione nell’incontro con Gesù”. Il cardinale ha concluso sottolineando che don Giussani e la sua opera sono una testimonianza di questa comunione, tanto difesa e ricercata da monsignor Corecco.
“La sfida di Benedetto XVI, ridotta all’osso – ha detto Libero Gerosa, direttore dell’Istituto internazionale di diritto canonico alla facoltà di teologia di Lugano – ha una duplice coniugazione: coniugare la fede con la ragione, e la religione con l’amore. È un compito che riguarda ogni cristiano e il fedele di ogni religione. Il Meeting di Rimini – ha proseguito il relatore – ce lo insegna ormai da anni, lo stesso Luigi Giussani lo richiama fin dai primi testi”. Gerosa ha quindi evidenziato tre atteggiamenti fondamentali di Corecco: l’ascolto (dei maestri, dei loro spunti e delle loro intuizioni), l’offerta (che permette di coniugare l’appartenenza con l’amore e diventa una grande capacità di accogliere chiunque) e il coraggio, innanzi tutto quello di pensare. Dopo aver richiamato i due maestri di Corecco, Giussani e Mörsdorf, Gerosa ha criticato una “concezione positivistica del diritto”, che trova spazio anche nel mondo ecclesiastico, che favorisce la logica del potere.
Patrick Valdrini, presidente della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo, già presieduta da monsignor Corecco, ha espresso un “ringraziamento ufficiale dei membri della Consociatio per uno dei suoi più illustri presidenti”. Lo studioso ha sottolineato il fascino della posizione del vescovo di Lugano, promotore di una fede capace di generare cultura e una logica propria, ma in grado di interloquire con tutti. Valdrini ha richiamato i rilievi critici di Benedetto XVI sulla concezione positivistica di ragione e di natura ed anche il discorso del Papa alla Rota romana del 21 gennaio 2012.
Andrea Bettetini, docente di diritto ecclesiastico all’Università di Catania, ha ricordato la relazione di Corecco a Pamplona del 1976, e ne ha sottolineato un principio di fondo: “Il fatto giuridico, quando coglie la natura, il mistero della Chiesa, ha un rilievo teologico”. Il diritto è un elemento strutturale, non estrinseco, della vita della Chiesa. “Corecco – ha concluso Bettetini – ci ha aiutato ad elevare lo sguardo dai semplici segni alla realtà che sta oltre”, e insieme a fare il percorso inverso.
Gian Piero Milano, preside della facoltà di Giurisprudenza all’Università di Milano, ha sottolineato il rilievo della “communio”. “Per Corecco – ha affermato – la norma canonica diventa vincolante in quanto coglie il valore della ‘communio’. La ‘communio’ è causa materiale e formale del diritto nella Chiesa”. Milano ha concluso ricordando il motto episcopale di Eugenio Corecco: “In omnibus aequitas quae est Deus”. L’incontro è stato moderato da Romeo Astorri, docente di diritto canonico alla Cattolica di Milano. Alla figura di monsignor Corecco è dedicata l’esposizione “La tua grazia vale più della vita”, al Meeting in piazza A1.

(S.C., V.C.)
Rimini, 21 agosto 2012

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