“Tracce” è la rivista internazionale del movimento di Comunione e Liberazione, diffusa in tutto il mondo in una decina di lingue. Alberto Savorana ne è il direttore, costretto a confrontarsi – sono parole sue – con “un editore sui generis, che desidera essere coinvolto nel mio lavoro”, fornendo spesso input decisivi: don Luigi Giussani.
Carmen Giussani, di “Huellas” – Spagna e America Latina, ha raccontato come l’esperienza di “Tracce” abbia preso piede anche in Spagna. La comunità di CL spagnola, molto vivace e attenta, si era già dotata di uno strumento simile di carattere locale. Sette anni fa la decisione di cambiare, rendendo quel giornale l’edizione in lingua spagnola di “Tracce”. “Huellas” concentra tutti i suoi contenuti su un’unica esperienza, che è capace di abbracciare il mondo. In questo senso “la nostra decisione – ha detto la Giussani – rispecchia una grande stima e coscienza dell’esperienza che viviamo”. Inoltre, la diffusione di “Huellas” in Spagna, in diciotto Paesi dell’America Latina, negli Stati Uniti, in Bulgaria e in Giappone facilita il fatto che la rivista sia lo strumento di una presenza, nonché il veicolo di rapporti che non si possono mantenere personalmente.
Jean-François Thiry si occupa invece di “Sled”, la versione russa di “Tracce”. La tiratura, in questo caso, si limita a qualche centinaio di copie, che vengono comunque spedite in diversi Paesi di lingua russa. La valenza missionaria della rivista si estende anche alla vendita nelle parrocchie di alcune città russe. Thiry ha sottolineato la “grandezza della possibilità, per noi che facciamo la rivista, di una crescita nella consapevolezza di ciò che ci è stato dato. Fare ‘Tracce’ mi obbliga a capire che la vita è un lavoro e nessuno mi dice cosa devo pensare”. Inoltre, anche in questo caso, uno strumento del genere permette di riallacciare vecchi rapporti e stimolare la creatività, arricchendo non solo CL, ma tutta la Chiesa.
Quello che in Russia era partito come traduzione di testi e la loro organizzazione, tipo gestione familiare, si è ormai organizzato in modo ben preciso; e circa un anno fa è uscito anche il primo numero di “Piccole Tracce”.
Dalle parole di Maurizio Maniscalco, responsabile di “Traces” – versione inglese di “Tracce” – è emersa la preoccupazione primaria che la rivista diventi sempre più americana tra gli americani. Anche in questo caso “Traces” è per molti l’unico legame fisico con qualcosa di molto più grande, che è tutto da scoprire e viaggia su un mezzo apparentemente fragile come la carta. Si tratta infatti quasi di un “aggiornamento degli Atti degli Apostoli, il racconto della vita della comunità”.
In ultimo, Savorana ha giudicato l’esperienza di “Tracce”: “Con tutto quello che facciamo (perfino gli errori) siamo un po’ come gli amanuensi benedettini, che si sono sentiti investiti di una responsabilità per tutto il mondo. In tutto essi scorgevano la domanda che dà il titolo al Meeting di quest’anno”.
P.S.
Rimini, 25 agosto 2003