“La mia festa”, venerdì 23 agosto alle 22 all’Area Piscine Ovest Edison, ovvero appuntamento con il consueto festosissimo happening finale del Meeting, aperto alla partecipazione di tutti. Condotta da Walter Muto e da Carlo Pastori con la partecipazione di Paolo Jannacci, la serata chiuderà idealmente nel segno della musica e dell’allegria la manifestazione (aperta ancora nella giornata di sabato fino alle 16).
Musicologo e musicista, Walter Muto ha curato per precedenti edizioni del Meeting mostre su Mozart, Stravinskij, e sui cinquant’anni del rock.
Istrionico fisarmonicista, già protagonista di varie edizioni di Zelig, Carlo Pastori è stato autore e animatore per il Meeting di vari lavori musicali e teatrali, tra i quali Onda su Onda, Osteria della Mancha, Storia di Andrea il santo bevitore. “Ha lasciato un lavoro sicuro per la precarietà del palcoscenico”, dice la sua biografia. “Sembra Claudio Bisio ma è 45 volte più conveniente”.
Paolo Jannacci, musicista di vaglia, compositore di colonne sonore e docente di Musica d’insieme al Cpm di Milano, torna al Meeting a un anno di distanza. Ha all’attivo una nutrita serie di collaborazioni a fianco dei maggiori artisti italiani, oltre che del padre Enzo, per il quale ha curato gli arrangiamenti di numerosi dischi, accompagnandolo al piano in tournée, e curandone la biografia “Aspettando al semaforo. L’unica che racconta qualcosa di vero”.
“Sono di nuovo al Meeting – sottolinea – per raccontare come il jazz sia una forma d’arte, appunto, per tutti. Non c’è più un canone del jazz, come una volta, per cui eri un jazzista se portavi cappello nero, occhiali neri, in un locale fumoso. È come far vedere un‘opera d’arte a uno che non è del settore, ti dirà questo è bello, questo è brutto. La musica è ciò che trasmette buone o cattive sensazioni. Il jazz non è più una musica elitaria”.
(M.T.)