La forma delle parole. Generazioni in dialogo

Redazione Web

La forma delle parole. Generazioni in dialogo

 

Rimini, 23 agosto 2023 – «Possiamo immaginare un mondo nuovo e ti chiediamo di unirti a noi». Suggestivo e poetico il video con cui si apre, in una Sala Neri Generali-Cattolica gremita di quasi 800 persone (più un centinaio in collegamento streaming), l’incontro per scoprire il “dietro le quinte”di un ampio ed originale progetto collettivo denominato “Parola ai giovani”, nato nel 2022 da un’idea di Giovanni Caccamo, artista e cantautore siciliano.

Alessandra Vitez, exhibition manager Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, introduce ad una narrazione che sarà non tanto presentazione della mostra allestita al Meeting, quanto piuttosto il racconto di un’esperienza vissuta insieme, un percorso lungo un anno che ha coinvolto tanti giovani e infine anche alcuni grandi protagonisti dell’arte contemporanea. Le parole dello stesso Caccamo ripercorrono le tappe del progetto: da una intuizione di Andrea Camilleri, vero e proprio appello alle giovani generazioni per la costruzione di un nuovo umanesimo, alle fatiche discografiche del cantautore siciliano per mettere in dialogo canto, musica e letteratura, fino ad un concorso di idee chiamato “Parola ai giovani” in collaborazione con i Musei Vaticani e il Maxxi,  per la redazione del “Manifesto del cambiamento”, poi pubblicato da Treccani con la prefazione di Papa Francesco. Migliaia sono stati i giovani under 35 interpellati in università, carceri e centri di accoglienza, invitati a riflettere su alcune parole chiave per provare a dare voce alla loro visione di cambiamento del mondo. Il Manifesto raccoglie sessanta delle loro testimonianze.

Convinti che le parole siano «semi che producono frutti e che non esista un futuro senza radici», Caccamo e Micol Forti, curatrice della Collezione di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, hanno poi coinvolto alcuni tra i più noti artisti italiani, rappresentanti delle generazioni più mature: a ciascuno è stata affidata una di queste parole quale ispirazione per un’opera d’arte originale, nello spirito di un confronto tra generazioni inedito nella forma. In tutto ciò la genesi della mostra allestita al Meeting per l’amicizia fra i popoli. Quindi: dodici parole di cambiamento, dodici testi, dodici opere d’arte.  Micol Forti ribadisce come le dodici parole selezionate e affidate alla carta siano testi che fanno emergere sogni, fragilità, domande e speranze dei giovani oggi, e sottolinea la bellezza del contatto e della amicizia a distanza con gli artisti, ognuno dei quali ha interpretato il dialogo generazionale all’interno di una speciale apertura che la vera arte favorisce sempre. Accenna anche a quanto sia stato interessante dare alla mostra una forma “aperta”, con un allestimento senza pareti, per evidenziare ancor più il confronto tra parole ed opere.

Giulia Napoleoni, artista, una delle protagoniste del progetto, racconta della sua attività di insegnamento pluridecennale e di come l’accettare la proposta di Giovanni l’abbia rilanciata in questo suo rapporto coi giovani. Afferma inoltre: «L’arte è per me l’unica cosa che conta, è la forma del rapporto che tengo con tutti». Interviene in seguito Laura Biancalani, direttrice generale dell’ente filantropico Andrea Bocelli Foundation, del quale presenta vision e finalità. Ad ABF è affidato il ricavato dell’intero progetto, dalla vendita delle opere a quella dei cataloghi, per sostenere progetti che mirano alla valorizzazione ed espressione del pieno potenziale delle persone e delle comunità nelle quali la Fondazione sceglie di lavorare. «Musica, arte e digitale: questi tre linguaggi hanno in comune la bellezza, che genera e favorisce educazione», aggiunge.

Seguono due speciali momenti di saluto da parte di Simona Arduini, vicepresidente Banca Ifis, main sponsor dell’iniziativa, e di Alessia Zanelli, imprenditrice. Riprende la parola Micol Forti, per la quale vale la pena «il rischio di perdere una parte di sé per il noi», in un percorso corale e condiviso. Le battute finali ancora al cantautore Caccamo che rivela la sua parola di cambiamento, “gratitudine”, invitando i presenti a svolgere ogni giorno due esercizi “spirituali” per individuare e conservare quegli «scampoli di gratitudine», quei «fermo immagine della bellezza» che quotidianamente viviamo, ma che rischiamo di dimenticare. Dopo aver nominato uno per uno gli artisti coinvolti e presentati nel catalogo, conclude esibendosi per i presenti nel proprio brano “Il cambiamento”.

(A.S.)

 

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