La dinamica del dono. Una nuova stagione della Chiesa

Sofia Bronzetti

EM. CARD. GUALTIERO BASSETTI, PRESIDENTE CEI

 

Rimini, domenica 23 agosto – Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione, ha introdotto l’incontro “La dinamica del dono. Una nuova stagione per la Chiesa” raccontando come il tema ne sia stato suggerito proprio dall’ospite d’onore, S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI: «È un segno della tenerezza della Chiesa, che oggi si curva al desiderio del Meeting di una ripartenza che non sia caratterizzata dalla paura. Chi è il nemico invisibile?».

Bassetti ha risposto attingendo alla sua esperienza: «Ho sofferto lo sconcerto di fronte al pericolo di un nemico più grande di me, poi da credente ho riposto la mia fiducia in Dio. Il 27 marzo, in Piazza San Pietro, il Papa ha compiuto un gesto ormai inscritto nella storia dell’umanità: l’uomo che sale da solo verso il crocifisso per confermare i fratelli. Che un piccolo virus, capace di mettere in crisi tutte le nostre sicurezze e punti di riferimento, non si trasformi in un grande virus che ci fa chiudere sui noi stessi a leccarci le ferite». E, ha soggiunto riferendosi alla crisi economica che dura dal 2012, «col virus è piovuto sul bagnato: si grida agli untori e si perde il punto di riferimento che è il rapporto col Padre». È quindi necessario concepire la vita in maniera diversa dall’idolatria: «Dio vuole avere bisogno, con tenerezza, della tua tenerezza. La provvidenza di Dio ti fa tribolare, ma ogni giorno la sperimenti».

Savorana ha invitato ad allargare il discorso ai fattori dell’attuale crisi di civiltà, e Bassetti ha risposto con l’arguzia fiorentina nascosta nel fare paterno: «Giovanni Paolo II aveva detto che l’uomo di oggi ha tolto la D a Dio. Ciò che non è utile qui ed ora va scartato e gettato alle ortiche. Noi non accettiamo più tutto quello che Cristo ci propone, ma guai a non dirci cristiani. Così il cristianesimo è ridotto a un armadio da cui prendo ciò che è utile. Finché c’è tempo, mentre ogni desiderio diventa diritto o rivendicazione, occorre un passo indietro».

Cosa fare, allora? Gli italiani – ha ricordato Savorana – sono stati invitati a una giornata di preghiera. Non è troppo poco, come anche alcuni cristiani hanno eccepito? Bassetti ha risposto citando La Pira: «In comizio tirò fuori una corona da rosario e mostrandola alla gente affermò “Questa è più potente della bomba atomica”. Aveva capito. Le opere sono importantissime, ma sono conseguenza».

Da La Pira, ha proseguito il cardinale, «ho mutuato una grande iniziativa che riguarda il Mediterraneo. Questo mare ha la particolare vocazione di aver fatto nascere venti delle trenta civiltà del pianeta. Ho invitato i presidenti delle conferenze episcopali del Mediterraneo, convegno concluso immediatamente prima della pandemia. Ci siamo raccontati i problemi: pace, immigrazione, tutto nel respiro della Chiesa. Il Papa ha incoraggiato l’iniziativa e ha contribuito con un discorso programmatico. Si continuerà, con modi di comunicazione meno formali».

È stata poi una frase del cardinal Tauran, «Siamo condannati al dialogo», ad offrire a Bassetti un nuovo spunto di riflessione: «Oggi, tempi in cui i mezzi di comunicazione dividono, questo essere condannati al dialogo l’ho tradotto e applicato come il Papa ha fatto ad Abu Dhabi, toccando etica e antropologia, e anche in altre situazioni pastorali ordinarie. Ascoltare, mettersi nei panni dell’interlocutore».

Dopo quello alla preghiera, Savorana ha ricordato l’appello alla testimonianza. Non è anch’essa troppo poco? «Gesù», ha replicato Bassetti, «ci chiede una testimonianza di altro tipo, una luce, la luce del Verbo che illumina ogni uomo. Come un papà, una mamma in famiglia: se la testimonianza è vera ti costa sempre lacrime e sangue. Viviamo in un’epoca di martiri. Testimonianza è padre Kolbe, ciò che conta non è vivere, ciò che conta è amare».

«Per il mondo solo l’amore è credibile», ha incalzato Savorana citando von Balthasar, cui Bassetti ha replicato richiamando Giussani: «Don Giussani parte dal nichilismo e dal vuoto di senso. Al nichilismo può rispondere solo carne, sguardo. Solo Cristo si prende a cuore l’umanità. Senza Cristo, non c’è cristianesimo come avvenimento. Se manca questo incontro», ha sottolineato, «puoi essere predicatore o moralista, ma non sei nulla, perché puoi dare agli altri solo quello che hai recepito dell’incontro». Le conclusioni del cardinale hanno quindi preso nuovamente spunto da La Pira: «Raggiungendo un convegno in cui la Chiesa veniva descritta come una grande azienda in fallimento, La Pira ottenne da un contadino la risposta al perché un pesco fosse fiorito: “Professore, è venuta la primavera. C’è qualcuno che la manda”. La primavera viene, se noi siamo artefici nel costruirla. Abbiamo avuto dei papi che sono stati un soffio di questa primavera. Dio la manda, aiutiamolo, con gioia, passione, entusiasmo. Diventiamo bambini, le emozioni più forti le vivono loro. È l’augurio che faccio a voi, al Meeting e alla Chiesa italiana».

L’ultimo invito di Savorana è stato ad un commento sul titolo del Meeting. «Il sublime», ha affermato Bassetti, «abbraccia tutto il mistero di Dio e tutto il mistero dell’uomo, ma i due destini son parenti! Dio può dialogare con l’uomo creato a sua somiglianza, e ne gode. Penso ai profeti e ai bambini. La meraviglia è la forma tipica del pensiero dei profeti, e oggi è il loro tempo. Non abbiamo bisogno di super esperti, abbiamo bisogno di uomini e donne di fede che si lascino meravigliare e scorgano la presenza di Dio. Quanto ai bambini, Gesù ci esorta a prendere come prospettiva il loro sguardo e il loro cuore, gettando alle ortiche l’avarizia e soprattutto la superbia».

Nello scandire quest’ultima parola, il presidente della CEI si è commosso ricordando la tragica fine di Gioele, il bambino siciliano: «Non sappiamo com’è avvenuta la sua morte straziante e innocente. Il sublime, lo sento, era con lui e l’accarezzava. Diceva Gesù “Lasciate che i piccoli, che i bimbi vengano a me”». Una tale certezza di fede, percepita immediatamente dal pubblico, ha scatenato incontenibili applausi.

Savorana ha potuto, perciò, ravvisare nell’incontro col cardinal Bassetti la vera e propria comunicazione di un’esperienza: «Lei ci ha mostrato con la sua giovinezza, non anagrafica, che la fede c’entra con la vita. Con questo Meeting strano ed eccezionale vogliamo offrire il contributo di una speranza possibile nell’oggi. Ci tenga nel suo cuore per il cammino che ci aspetta».

 

(A.C.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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