ITALIA: UN PAESE CHE DEVE CRESCERE CON L’EUROPA

Press Meeting

L’economia, e in particolare la crescita in Italia, è un tema molto gettonato in questo Meeting. Nell’incontro delle 19 (realizzato in collaborazione con Unioncamere in sala C1) si esamina il contributo che l’Europa può dare al nostro sviluppo. I relatori rappresentano quattro settori decisivi della società italiana, in particolare sono presenti Giorgio Guerrini, presidente nazionale della Confartigianato; Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps; Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato; Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, commissario responsabile per l’industria e l’imprenditoria; Sarah Varetto, direttore Sky Tg24. Introduce Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, affermando che “non c’è dubbio che l’Italia debba crescere, ma la domanda è se con l’Europa o fuori di questa, come è stato prospettato da qualche politologo”. Il suo parere è che la crescita non possa avvenire al di fuori del contesto europeo, soprattutto dal momento in cui (da due anni circa) l’Europa ha incominciato a preoccuparsi anche delle piccole e medie imprese, asso portante della nostra produzione, con lo Small business act.
Giorgio Guerrini porta l’esperienza dei piccoli imprenditori per i quali l’Europa, fino allo Small business act, era vista solo come un peso burocratico in più da aggiungere agli adempimenti burocratici italiani. “Le disposizioni che a Bruxelles si prendevano per le grandi imprese venivano calate tali e quali sulle piccole” con le conseguenze che si possono immaginare. Il primo segno di cambio di mentalità, afferma Guerrini, lo portò Silvio Berlusconi all’assemblea della Confartigianato nel 2008, quando disse che, se una legge andava bene alle piccole imprese, sarebbe andata bene a tutto il Paese. “Ora è il momento che dalle buone politiche, si passi ai fatti concreti – rammenta il leader di Confartigianato – perché il livello di burocrazia non è ancora calato. Per fortuna, i buoni rapporti con il commissario Antonio Tajani le cose stanno cambiando, per esempio sui tempi di pagamento da parte dalle pubbliche amministrazioni”. Altra vicenda che preoccupa i piccoli imprenditori sono le norme di Basilea 3 sul credito che potrebbero penalizzare i piccoli.
Dai piccoli ai grandi. “Sì, l’Europa aiuta la crescita, ma astrattamente perché non esiste di fatto un mercato unico europeo”, è il parere di Mauro Moretti delle Ferrovie dello Stato. Un mercato europeo non esiste perché di fronte alle direttive europee si incontrano le leggi nazionali, ben 27 leggi nazionali, che impediscono la concorrenza. Nella realtà poi la concorrenza è fatta solo dai grandi gruppi e nel campo ferroviario ora anche i tedeschi riconoscono tre aziende: la propria, quella francese e le Ferrovie italiane, finalmente risanate con tagli delle spese inutili e razionalizzazione. Secondo Moretti, perché l’Europa possa aiutare la crescita dell’Italia occorrono due cose: evitare di recepire le direttive con leggi peggiorative e avere il coraggio di fare scelte impopolari. Occorrerebbe poi anche rivedere le dimensioni delle nostre aziende perché, se troppo piccole, non possono competere.
Parlare di grandi capitali è parlare dell’Inps perché ogni anno tratta di circa 300 miliardi. Antonio Mastrapasqua rivendica con orgoglio il fatto che l’Inps è diventata un modello non solo a livello europeo di istituto previdenziale (“una delegazione cinese da sei mesi studia l’Inps per istituire una previdenza nella loro nazione”). Sono stati necessari vent’anni, ma si sono fatte riforme importanti e ora il sistema funziona ed effettua variazioni quasi automatiche sul variare dell’aspettativa di vita: basta la firma di un ministro perché le variazioni si attuino. “Sicuramente bisogna lavorare di più per l’allungamento della vita e per l’entrata in vigore sempre maggiore del sistema contributivo al posto di quello retributivo. Ma ognuno deve fare la sua parte e ogni contribuente deve tenere sotto controllo la propria situazione andando a vedersi on line gli estratti conto dei propri contributi”.
Tutte le informazioni sull’Europa vanno diffuse e comunicate perché diventino cultura comune nella popolazione. Lo racconta Sarah Varetto, spiegando che il suo telegiornale propone le notizie, suscitando dibattiti e scambi di opinioni non solo sui fatti interni, ma con particolare attenzione a quanto avviene a Bruxelles. Varetto elenca con dovizia di particolari gli argomenti che lei ha proposto di questi tempi.
Una sintesi e alcune risposte spettano, per la carica esercitata, ad Antonio Tajani. “Abbiamo bisogno di un’Europa che faccia politica, una politica unitaria che comprenda mezzo miliardo di persone: quando ha fatto così, l’Europa ha contato nel contesto mondiale, diversamente ha perso”, è questa l’idea forte di Tajani, perché, afferma, i mercati non chiedono misure tecniche, ma prospettive a lungo termine, guardando l’economia reale. “L’euro che io avevo votato con esitazione è ora un punto di forza e di stabilità per il nostro continente”. Perché l’Italia cresca con l’Europa, l’Europa stessa deve investire sulla competitività e sull’innovazione, difendendo i mercati dall’assalto degli speculatori. Lo Small business act è un passo avanti per aiutare la crescita delle imprese italiane. Conclude: “Stiamo affrontando la terza rivoluzione industriale con l’economia verde e l’industria dello spazio”.
In un secondo giro di interventi i relatori hanno confermato il punto da cui si era partiti: è essenziale che la crescita italiana avvenga in sintonia con l’Europa.

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