Italia: tra Stato e privato, verso nuove grandi imprese?

Press Meeting

Introducendo l’incontro, Sandro Bicocchi, Vice Presidente della CdO, ha evidenziato tra l’altro una questione che è interessante, a questo punto, approfondire: come si lega il grande principio della sussidiarietà al libero mercato?
Roberto Testore, Amministratore Delegato di Trenitalia, ha iniziato il suo intervento tratteggiando un confronto tra situazioni diverse: “Trent’anni fa, quando ho incominciato a lavorare, tra impresa pubblica e privata c’erano grandi differenze e pochi punti in comune. Poi i due mondi si sono avvicinati”. L’Italia ha visto due grandi processi: un’ampia privatizzazione del pubblico ed un grande passaggio di manager tra i due settori. A questo punto: “Il modo di gestire le aziende e di farle andare avanti è lo stesso. Il cliente è il fattore aggregante”. Dopo aver ricordato tre precedenti esperienze di cui è stato protagonista – Comau, Fiat Auto, Finmeccanica –, Testore si è fermato sull’ultima “sfida, forse la più difficile”, di Trenitalia, dove l’impegno è quello di mettere al centro il cliente a cui si erogano servizi. “A dicembre inaugureremo il primo tratto dell’alta velocità. Sappiamo che non risolve tutti i problemi, ma è per noi il simbolo di ciò che vogliamo fare”.
Alberto Tripi, Presidente Federcomin e Gruppo COS, ha ricordato che il 62% del nostro PIL è prodotto da imprese di servizio dove sono impiegate anche tecnologie avanzate. “Da Paese delle ciminiere, l’Italia deve diventare sempre di più un Paese di cervelli”. Tripi ha evidenziato quindi una serie di mondi che, in Italia, collaborano ancora poco tra loro: piccole imprese e medie imprese; imprese e istituzioni; imprese e sistema finanziario (soprattutto per nuovi settori imprenditoriali). Ancora: “Un altro scollamento si registra tra sindacati e lavoratori. E c’è pure una difficoltà di rapporti tra pubblico e privato: in certi settori, si verificano dei passi indietro rispetto al principio di sussidiarietà”.
Zappa ha espresso il proprio interesse per la prospettiva che cerca di legare competitività e sussidiarietà e ha sottolineato: “Il risultato da raggiungere è mantenere il nostro Paese nel club dei grandi. Competitività è una parola che responsabilizza ciascuno di noi”. Competitività vuol dire mercato globale, essere competitivi su scenari mondiali, senza paure (ad esempio senza aver paura della Cina). Il relatore ha sottolineato anche il valore del principio di “selettività”, a vari livelli: “Bisogna perseverare e continuare a investire prioritariamente là dove si è già forti e si sono raggiunti livelli di eccellenza”. La sua conclusione: “Bisogna riprendere l’entusiasmo e la voglia di rischiare”.
Diverse domande, proposte dal pubblico presente in sala, hanno consentito poi ai relatori di approfondire ed allargare il loro discorso.

V.C.
Rimini, 24 agosto 2005