“Vi ringrazio molto per avermi dato l’opportunità di presentare qui al Meeting il mio libro, non mi hanno offerto spesso questa occasione da altre parti: questo libro ha avuto molte difficoltà ad essere diffuso e in molti lo hanno osteggiato”. Da queste parole dell’autrice Maddalena Bertolini, ostetrica, si capisce subito la particolarità e la “scomodità” del tema che viene trattato in questo volume, che contiene tre grandi racconti (“o tre romanzi brevi”) inerenti fatti, incontri ed esperienze maturati durante molti anni di lavoro da ostetrica.
“Vedere nascere un bambino è vedere rivelato il suo volto: sappiamo che esiste anche prima, ma solo quando nasce ne vediamo il volto e ci rendiamo conto che quell’uomo non dipende da noi ed ha un destino tutto suo che possiamo solo accogliere”. Partendo da questa considerazione, l’autrice ha poi descritto brevemente il perché di alcune sue scelte. “A 18 anni – ha raccontato – ero brillante negli studi ma ho deciso di lasciarli e di mettermi a fare l’ostetrica per andare a caccia di madri, per scoprire cos’è la maternità. In prima istanza, non per aiutare queste madri, ma per essere aiutata io a capire di più di questa esperienza. La ricchezza di questi anni, gli incontri con queste madri e questi bambini mi hanno portato a scrivere questo libro”. La scrittrice ha presentato brevemente il contenuto del volume: “Il primo racconto parla delle persone che ho conosciuto e del loro nesso con la mia vita; il secondo, delle madri violente con i loro figli, donne che possono cambiare solo attraverso un incontro con qualcuno; il terzo parla della morte, del rapporto tra la vita e la morte nel momento in cui nasce un bambino”.
Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano, ha sottolineato come la scrittura del libro sia molto forte, decisa, senza troppi giri di parole. La Bertolini ha concluso affermando che il suo lavoro le cambia il cuore e che vorrebbe raccontare la sua vita anche attraverso delle poesie.
M. C.
Rimini, 21 agosto 2007