Invito alla lettura. Perché esiste qualcosa invece di nulla

Press Meeting

L’interesse attorno al tema dell’essere, sulle domande fondamentali dell’esistenza, il motivo dell’incontro di presentazione del libro di Elio Sindoni edito da Itaca, cui hanno partecipato Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano, Elio Sindoni, professore ordinario di Fisica presso L’Università degli Studi di Milano Bicocca, Marco Bersanelli, docente di Astrofisica presso l’Università degli Studi di Milano, Costantino Esposito, professore di Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari; padre Roberto Busa, storico della Filosofia e Linguista.
La raccolta di interventi tenutisi presso la villa monastero di Varenna dal Piero Caldiroli International Centre for the Promotion of Science, ha dichiarato in apertura dei lavori Fornasieri, indica due aspetti importanti: il continuo interessamento verso i temi fondamentali della vita e l’attenzione che pone lo scienziato di fronte al reale. L’incontro di oggi vuole essere la riprecisazione del problema della conoscenza.
Nel suo intervento, Sindoni, ha tenuto a precisare che lo scopo degli incontri presso la villa di Varenna, cui partecipano filosofi, teologi e scienziati di ogni parte del mondo, è la creazione di un ponte tra la cultura umanistica e quella scientifica. Il ponte è fatto dalle risposte che queste persone danno alle domande che l’uomo rispetto alla realtà si è sempre posto.
Il tentativo di Varenna, ha dichiarato invece Bersanelli, è molto interessante oltre che raro. Nessuno dei partecipanti si illude di poter produrre una unità di intenti, perché in effetti l’unità è quella di ciascun io di fronte al reale, per cui la questione non può essere risolta solo attraverso un confronto di tipo intellettuale. La prospettiva degli incontri di Varenna, ha continuato Bersanelli, è il punto di vista sintetico sulla realtà. Al titolo del libro fa compagnia un sottotitolo che recita: vuoto, nulla, zero; tre termini analoghi tra loro, ma di cui è interessante coglierne la distinzione. Il vuoto dei fisici è totalmente diverso dal nulla come mancanza di essere dei filosofi. Per i fisici, da Newton ad Einstein, lo spazio vuoto passa dal movimento della natura stessa a ciò che diventa realtà che abbraccia il tempo, avendo quindi in sé le quattro dimensioni. La grande novità rispetto al relativismo sta nel fatto che lo spazio vuoto, nonostante la sottrazione di qualcosa, resta una realtà carica di particelle virtuali (quanti di energia), fisicamente misurabili. Questa energia è importante nella dinamica dell’universo nel suo insieme.
All’aspetto fisico è seguito quello filosofico: infatti Esposito ha esordito col dire che nella storia del pensiero il nulla è pensabile solo se unito all’essere. Ci sono due tendenze filosofiche che secondo cui il nulla può essere indicatore di esperienza: quella secondo cui il nulla è altro dall’essere (Parmenide, Platone) e quella secondo cui il nulla è inteso come il fondo irraggiungibile dell’essere (secondo il pensiero nichilista). Ci sono però, ha concluso Esposito, delle possibilità quando il nulla è una versione positiva del pensiero: l’implicazione nel tempo, il concetto di dato come traccia di provenienza, l’inizio di qualcosa nella realtà che ne indica la profondità..
Il nulla, ha detto invece Busa, è inteso come la negazione di qualcosa. Potrebbe essere visto come la derivata di qualcosa o di particolare o di assoluto o di totale. La negazione del particolare porta a due tipi di nulla: quello scientifico e quello quotidiano più semplice e immediato (sei a Milano domani? No). Il nulla assoluto invece è un gioco di parole, perché sia che si ammetta che il nulla esiste sia che non esista, si parla in ogni caso di qualcosa che esiste o potrebbe esistere. Il nulla totale invece dice, per esempio, che Dio non sarebbe mai esistito. In questa contraddizione di termini provocati dalla derivata, occorre, ha concluso Busa, Colui che non può non essere, e che secondo il valore metafisico del nulla è una persona cui si cerca di voler bene e di cui tutte le cose sono segno.

G.F.I.
Rimini, 25 agosto 2004