Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano, presenta il libro di Antonio Monda, docente alla New York University, oltre che giornalista e scrittore, “L’America non esiste” e più in generale un autore dello spessore di Cormac McCarthy, attraverso una rilettura della sua opera proposta da Davide Perillo, direttore del mensile Tracce.
Il libro di Monda nasce da una provocazione dell’autore, che riprendendo una frase di Henry Miller “L’America è un nome che si dà ad un’idea astratta” vuole, attraverso la storia raccontata nel libro smentire questa frase. La storia, ambientata negli anni Cinquanta, racconta di due ragazzi napoletani attraverso i quali l’autore delinea due itinerari spirituali intrisi di molti elementi autobiografici. I due ragazzi perdono i genitori in un incidente stradale e quindi sono costretti a trasferirsi dal paese natale a New York presso uno zio. Egli li accoglie e, inizialmente, trova loro un lavoro nella nuova città. Ma quando l’uomo scompare, i due fratelli si ritrovano soli in un mondo del tutto nuovo, liberi di scoprire l’America e di costruirsi vite nuove e differenti.
Nicola – sveglio, impulsivo, ambizioso e passionale – vede l’America come un Paese da conquistare, mentre Maria – spirituale, calma, silenziosa e generosa – incontra una terra piena di meraviglie in cui vede tutto il bello dell’esistenza. La Seconda Guerra Mondiale si è appena conclusa ed è un momento unico per gli Stati Uniti e per New York in particolare. L’espressionismo astratto sta rivoluzionando il mondo dell’arte. La letteratura, l’arte, la musica e il cinema sono dominati da Arthur Miller, Tennessee Williams, J.D. Salinger, Ella Fitzgerald ed Elia Kazan. La grande promessa bianca italoamericana Rocky Marciano sta conquistando il mondo della boxe. E stanno emergendo nuove stelle cinematografiche, fra cui spiccano Marlon Brando, Marilyn Monroe ed Elizabeth Taylor.
A tutto questo splendore, si affiancano le tristemente note vicende del maccartismo. Nicola e Maria si ritrovano più volte a incrociare il proprio cammino con quello di queste e di altre icone, a volte ignorando chi siano realmente queste persone. Attraversando le emozioni e le zone d’ombra del proprio tempo, vivranno entrambi le loro storie d’amore, cambiati per sempre dalle proprie esperienze. E proprio queste esperienze li costringeranno a riflettere sul passato e sul futuro, sulla grazia e sulla corruzione, sui sogni e sulle illusioni, arrivando finalmente a comprendere cosa sia davvero l’America.
La rilettura dell’opera di Cormac McCarthy fatta da Davide Perillo ci ha fatto incontrare un autore attraverso i brani più famosi delle sue opere declamati e commentati. Si tratta – ha detto il relatore – probabilmente del più grande scrittore contemporaneo, perché ha la forza delle cose ultime. “La sua capacità di scrittura è che ti fa vedere realmente quello che leggi”, ha affermato Perillo. “McCarthy – ha proseguito il giornalista – non dimentica niente della vita, né il male né il bene che esistono sempre come possibilità nel cuore dell’uomo. I suoi personaggi e i suoi romanzi hanno a che fare sempre con la vita e la morte. Ecco perché hanno una densità esistenziale che non scade nel nichilismo, senza per questo annacquare la realtà per renderla meno dura. Si tratta di personaggi epici come esistono solo nei romanzi dei grandi della letteratura di tutti i tempi”. In Sunset Limited ad esempio si trova un dialogo di un’ora e mezza fra due personaggi chiamati semplicemente “il bianco” e “il nero”, tanto da rappresentare degli archetipi dell’uomo moderno. Il nero dice al bianco a proposito di un ubriacone: “Vuole quello che vogliono tutti”. “E cioè?”, chiede il bianco. “Essere amato da Dio”.
(A.S.)
Rimini, 22 agosto 2012