Introdotto da Camillo Fornasieri, direttore del Centro Culturale di Milano, Giorgio Israel ha parlato del suo libro “Liberarsi dei demoni. Odio di sé, scientismo e relativismo”.
La parola “demoni”, spiega Fornasieri, è mutuata dall’omonimo romanzo di Dostoevskij, e con essi possiamo intendere dei miti, degli ideali concepiti dall’uomo che pone se stesso come misura di tutto, che alla fine portano alla rovina dell’umanità.
Israel vede i segni dell’odio di sé nel rifiuto e nel disprezzo incondizionato della propria storia, della propria tradizione, della propria cultura. Porta come esempio il caso di un assessore di Aosta che ha protestato per l’eccessiva attenzione prestata nei confronti del “Signor Ratzinger” e per non aver riservato le stesse attenzioni a Tariq Ramadan, rappresentante dei Fratelli Musulmani. Da dove questo odio di sé, così tipico dell’odierna Europa che non riconosce le proprie radici cristiane? Dall’idea che per migliorare la società l’unica via possibile sia quella di cambiarla alla radice, di cancellare con la forza la storia passata, ritenuta non più maestra di vita, ma un confuso disordine.
Si eliminano la storia, il passato e la tradizione e si cerca di modellare la nuova società con la ragione: è questo lo scientismo che ha sconvolto il secolo scorso, razionale sia nei modelli teorici su cui costruire le nuove società (fondate su una nuova razza o partendo dal principio dell’igiene sociale) sia nei metodi pratici: mai come prima nella storia c’erano stati massacri organizzati con tale precisione.
A questa degenerazione dello scientismo l’Europa ha reagito con il relativismo, il nichilismo: invece di rifiutare solo questa parentesi della sua storia l’Europa ha rigettato in blocco tutta la sua tradizione ed ha iniziato ad accettare senza alcun tipo di vaglio critico tradizioni e culture diverse.
Qual è la speranza per uscire da questa situazione? La formulazione e la realizzazione di una nuova idea di umanesimo, come quella che ha reso grande la cultura e la tradizione europee.