“Un libro che nasce dal desiderio di riscontrare i fattori di storicità della figura di Gesù”. Così Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano, ha introdotto il volume Inchieste su Gesù. Nascita, morte e Resurrezione. Misteri, leggende e verità (Gribaudi, 2014) di Andrea Tornielli, noto vaticanista e scrittore.
“Ho voluto fornire un aiuto a chi la fede ce l’ha già attraverso questi indizi di storicità – ha affermato Tornielli – non c’è una scoperta né paleografica, né archeologica che sia riuscita a mettere in discussione un solo versetto del Vangelo”. D’altra parte “se i racconti evangelici fossero stati inventati di sana pianta – ha proseguito il relatore – non sarebbe spiegabile perché gli evangelisti hanno dato al protagonista il nome più diffuso nella Palestina dell’epoca, perché hanno posto come primi annunciatori della nascita di Cristo e come prime testimoni della sua risurrezione rispettivamente i pastori e le donne”, le categorie più disprezzate nel mondo ebraico del tempo.
“Il santo piccone degli archeologi” ha invece sempre confermato la verità storica: basti considerare la pietra rinvenuta a Cesarea marittima con l’iscrizione del nome del procuratore Ponzio Pilato e la piscina con i cinque portici di Betzaeta, ritrovata conforme alla descrizione che ne fa Giovanni nel suo Vangelo (Gv 5).
Tornielli ha evidenziato che “l’unica caratteristica richiesta per essere considerati apostoli era semplicemente l’esser stati testimoni oculari della Resurrezione di Gesù. Le stesse apparizioni del Risorto non sono descrizioni di veggenti, perché colui che ha una visione in un primo momento non dubita di essa, ma dopo eventualmente sì; mentre i discepoli dubitano di Gesù subito dopo la sua Risurrezione, credendo di vedere un fantasma, mentre dopo constatano che Egli è vivo”.
“Gli apostoli non si sentivano liberi di cambiare o aggiungere niente, erano realisti che sono capitolati dinanzi all’evidenza di un fatto – ha continuato il vaticanista – perché, per dirla con sant’Agostino, ‘nelle nostre mani sono le Scritture, ma nel nostro sguardo vi sono i fatti’.
Ecco perché l’allora cardinal Bergoglio, nel redigere la prefazione dell’edizione uscita in America latina del libro di Tornielli scriveva che, attraverso una meticolosa indagine storica in chiave apologetica, Inchieste su Gesù “ci lascia alle soglie della gioia piena”.
(F.Pi.)