Un colloquio tra due amiche e insieme la presentazione di un libro. “Ho sete, per piacere. Padre, madre, figli. Una esperienza a sostegno dei genitori” (ed. Marietti) è un testo ormai celebre di Vittoria Maioli Sanese, psicologa della coppia e della famiglia, fondatrice del Consultorio familiare di Rimini. Con lei ha dialogato Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Ha introdotto l’incontro Francesca Fabbri Fellini, giornalista.
“Ho sete, per piacere” torna in libreria a dieci anni dalla prima edizione con aggiornamenti e aggiunte importanti. “Sono presenti due amiche, – precisa Fabbri Fellini – e due amiche donne… loro sul palco e i mariti in platea” aggiunge scherzando. “Nel libro non ci sono risposte preconfezionate, ma 43 anni di esperienza a contatto con le famiglie del consultorio di Rimini”. Un libro ben scritto, precisa la giornalista, con l’animo e la competenza della scrittrice oltre che della specialista. Infatti l’autrice nell’introduzione dichiara: “Ho vissuto scrivendo”.
Quando si presenta un libro, si incontra anzitutto l’autore, lo si conosce e in qualche modo si entra nei suoi pensieri più intimi. Sanese confessa: “Non ho rinunciato a nulla dei desideri giovanili. Ho una speranza: che uno dei miei nipoti diventi scrittore”. Fabbri Fellini, figlia unica, si dice ammirata dalle tavolate di Natale di casa Sanese, che radunano ben 34 familiari, un osservatorio indubbiamente importante anche per la sua professione.
Guarnieri osserva di aver notato, a dieci anni dalla prima edizione, una crescita di sapienza dell’autrice che non esprime delle idee, ma si basa sulla realtà: “Il tempo non passa invano”. L’autrice da parte sua spiega il titolo: “Il figlio esprime il bisogno con decisione, ‘Ho sete’, ma in seguito il rapporto educativo fa aggiungere ‘per piacere’, che indica una richiesta di tenerezza, di un rapporto d’amore e di rispetto”. Fabbri Fellini fa notare che dal testo emerge tutta l’autorevolezza dell’autrice; questo è un connotato evidente del volume anche secondo la presidente della Fondazione Meeting, che precisa: “i contenuti sono autorevoli perché nascono da un’oggettività di fattori e dalla realtà”.
La coordinatrice dell’incontro introduce poi un tema problematico raccontato nel libro: al giorno d’oggi un figlio non esiste come figlio, e quindi anzitutto come persona con cui entrare in relazione, ma è diventato un lavoro, un compito impegnativo da sbrigare. “Sono molto preoccupata di questo aspetto – dice la psicologa – perché, se la famiglia diventa un lavoro e non un’identità, questo porta al crollo della famiglia stessa. Ho incontrato solo pochissime famiglie che non abbiano tenerezza per i figli, ma è ormai generalizzato che i figli siano diventati un problema da risolvere. Così si perde l’identità di padre, di madre e di figlio”.
Altro punto cruciale della famiglia di oggi è il ruolo del padre. “La madre porta in sé e fa nascere il figlio e, quando questo si stacca dalla madre, il padre lo conosce, lo accoglie e lo definisce”. La lettura di “Ho sete, per piacere” aiuta anche alla riscoperta del padre, perché “la famiglia di oggi è troppo femminile e questo è fonte di tante dipendenze e fragilità”.
Nel libro si parla di figli, ragazzi, giovani: come sono i ragazzi oggi? Emilia Guarnieri, anche dal suo osservatorio di insegnante e di presidente di una manifestazione in larghissima parte partecipata da giovani, dichiara la sua “stima assoluta” per i giovani ed è disposta a dar loro credito per una ragione precisa: “La mia esperienza mi dice che in loro c’è un punto che, se si tocca, li fa aprire. Questo punto è l’incontro con il vero, con un adulto vero”. L’autrice integra l’argomento: “Hanno bisogno di incontrare identità autentiche, adulti che sappiano camminare con sicurezza nella vita. Hanno bisogno di essere accompagnati da qualcuno che ha il senso della vita. E questo avviene nella famiglia”. Perché la famiglia, ricorda Sanese, quando è vissuta davvero “è un luogo di libertà”.
(A.B.)