Invito alla lettura: Dio, la natura e la legge

Press Meeting

Il libro “Dio, la natura e la legge” distribuito in esclusiva al Meeting, vuole offrire un contributo al dibattito proponendo una definizione razionale delle parole e delle domande che la scienza e l’uomo moderno si pongono nell’affronto della realtà attraverso il contributo di molti scienziati e uomini di cultura..
È in grado l’uomo di capire e di spiegare la realtà?
Marco Bersanelli, Docente di Astrofisica dell’Università degli Studi di Milano, ha spiegato che l’uomo è in grado di conoscere fenomeni al di fuori della sua esperienza come quelli avvenuti a 14 milioni di anni luce di distanza, o di studiare la natura dei protoni e dei neutroni che costituiscono la materia; è anzi paradossalmente in grado di definirli con una precisione ben più alta di quella che può raggiungere quando studia i fenomeni biologici.
La legge esprime la conoscenza di un fenomeno, ma è complessa e non è costituita solo da aspetti deterministici: contiene anche elementi statistici che esprimono gli aspetti casuali. Il caso non è, come viene definito dalla filosofia, alternativo all’ordine, ma ne determina la novità; il vuoto è un fenomeno interessantissimo e non è paragonabile al nulla filosofico. Infatti l’esistenza dell’Io è irriducibile a tutti i suoi antecedenti perché è rapporto con il Mistero che fa tutte le cose.
Costantino Esposito, docente di Storia e Filosofia all’università degli Studi di Bari, ha sottolineato che proprio la coesistenza di questi tre termini (Dio, la natura e la legge) rende il testo un contributo interessante. Ad esempio, la legge naturale può essere intesa come espressione dell’autonomia della natura oppure può essere considerata come una possibilità per capire la dipendenza ontologica che la lega al suo creatore: è una posizione che deriva dalla libertà dell’uomo.
Queste secondo il prof. Esposito alcune delle risposte che l’uomo ha dato, nel corso della storia, alla questione del rapporto tra Dio, la natura e la legge:
1) quella medievale, per cui l’ordine della natura dipende dalla libertà di Dio che si esprime come onnipotenza;
2) quella di Cartesio, con un Dio garante della grande macchina del mondo che garantisce l’avvio del processo e non interviene nel suo progredire;
3) quella di Spinosa, che sostiene che la natura stessa sia divina in quanto Dio costituisce la legge di natura;
4) quella di Kant, che afferma che sebbene lo scienziato non debba riferirsi a Dio, la ragione deve ammettere l’esistenza di Dio per poter lavorare.
È importante riconoscere che il problema dell’esitenza o meno di Dio sorge all’interno del processo di conoscenza: proprio la comprensibilità e la corrispondenza della legge al fenomeno che rappresenta sono così stupefacenti e inesplicabili, come affermava Einstein, che indicano chiaramente il miracolo della possibilità della conoscenza della realtà.

G. V.
Rimini, 23 agosto 2005