Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano, ha introdotto in aula D5 alle ore 15 il caffè letterario-invito alla lettura, con la presentazione del romanzo “Dopo il Miracolo” di Alessandro Zaccuri e del saggio “Luigi Giussani. La virtù della fede” di Francesco Ventorino. “Rivolgo il saluto caloroso del Meeting agli autori – ha detto – che ci presentano opere che hanno a che fare con aspetti del cristianesimo al contempo simili e diversi. Zaccuri, qui presente in veste di giornalista per il quotidiano Avvenire, nella sua opera ci offre uno spunto storico interessante sulla figura del sacerdote soprattutto come si presentava nella società italiana degli anni Ottanta, mentre monsignor Ventorino, che ha ben conosciuto Giussani, offre un’importante rilettura delle sue riflessioni a partire dal rapporto di amicizia con lui”.
Zaccuri, giornalista e scrittore, ha presentato così la propria opera: “Le metafore narrative che ho utilizzato sono essenzialmente due: quella del racconto e quella del miracolo. La trama è ambientata negli anni Ottanta, epoca in cui la figura del sacerdote andava spesso incontro a incomprensioni e a difficili rapporti con le persone e nella quale il papa Giovanni Paolo II non godeva ancora della popolarità che ha acquisito nei nostri giorni”. Il protagonista del suo romanzo è un sacerdote di un paese appenninico, che incontra alcune difficoltà nell’affrontare la propria missione nella parrocchia che gli viene assegnata. L’evento pregnante del racconto è costituito dal fatto che al protagonista viene improvvisamente attribuito un miracolo, addirittura la risurrezione di una bambina morta per una grave malattia. Ciò sconvolge profondamente sia l’ambiente sociale che l’animo del sacerdote. “La metafora del miracolo non è casuale: ho cercato di trasmettere che ciò accade attorno a noi è sempre un miracolo – è il commento di Zaccuri – il mondo che ruota intorno a noi è un miracolo e spesso non riusciamo a coglierlo”.
Grande interesse ha suscitato anche la presentazione del secondo libro: “Luigi Giussani. La virtù della fede”. Ventorino, professore emerito di Ontologia e di Etica nello Studio Teologico San Paolo di Catania, ha sottolineato quanto fosse importante per lui l’amicizia con il fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. “Luigi Giussani ha costituito un riferimento molto importante per la mia vita di cristiano: avevo molte paure, nonché alcune difficoltà nel mettere in pratica i valori più importanti del mio agire come sacerdote”, ha esordito don Ventorino. “Lui mi ha aiutato molto ed è stato per me un costante punto riferimento. Il mio però non è solo un debito di gratitudine, ma anche una responsabilità ecclesiale: il libro racconta dell’esperienza di un rapporto, e non poteva che essere scritto da qualcuno che conoscesse Giussani”.
Borghesi, docente di Filosofia morale all’Università di Perugia, ha aggiunto: “Bisogna contestualizzare la vita di Giussani nel suo periodo storico. Il suo pensiero non è nato dal nulla, è stato coltivato all’interno del seminario di Venegono e si è poi sviluppato nel corso degli anni, anche grazie all’incontro con i giovani, gli operai, gli studenti dell’Università Cattolica, fino alla nascita del movimento di Cl”. “Il libro – spiega il docente di filosofia – sintetizza in modo originale gran parte dei contenuti che Giussani ci ha trasmesso, affrontando punto dopo punto la radicalità della loro impostazione teologica”.
(F.P.)
Rimini, 22 agosto 2012