Immaginare la scuola
Rimini, 21 agosto 2021 – Non manca, alla sua XLII edizione, l’opportuno spazio che il Meeting riserva all’educazione e alla scuola. Lo fa attraverso la mostra “Alleanza scuola-lavoro. Non è mai troppo tardi”, visitabile nel padiglione A4 della Fiera di Rimini, e con il convegno “Investire in educazione oggi vuol dire scommettere sull’alleanza scuola-lavoro”. Ubaldo Casotto, giornalista e curatore della mostra, introduce Stefano Bolognini, assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione, Regione Lombardia; Giorgio De Rita, direttore generale CENSIS, Ezio Delfino, dirigente scolastico e presidente di DiSAL; e i deputati al Parlamento Italiano Paolo Lattanzio (Partito Democratico) e Gabriele Toccafondi (Italia Viva).
Casotto introduce: «Al Meeting 2020 Mario Draghi ha chiesto di investire sui giovani, cioè in educazione. La storia dimostra che sempre, dopo una crisi, l’Italia si è risollevata ed è cresciuta perché ha investito nella scuola. Ma che cosa vuol dire investire in educazione oggi?»
Per Bolognini la pandemia e la scelta della DaD ha aggravato un quadro già critico. Il dato più preoccupante è un incremento della dispersione scolastica soprattutto nelle regioni più dinamiche. «Bisogna promuovere modelli positivi e investire sulla cultura della scuola per dare la possibilità ai giovani di riscattarsi», è l’auspicio dell’assessore. «L’investimento sul capitale umano della scuola, dai docenti agli operatori delle segreterie, è fondamentale nella scuola di oggi».
Toccafondi da sempre sostiene l’alternanza scuola-lavoro come antidoto alla dispersione scolastica. Ne ripropone qui il significato: «Il percorso educativo deve portare alla scoperta e alla conoscenza di sé. Dopo l’azzeramento delle azioni sull’alternanza scuola-lavoro, non sono urgenti nuove disposizioni in merito. Occorre puntare sull’autonomia scolastica».
Per De Rita ciò che manca nella società di oggi è l’immaginazione del futuro: «Negli ultimi vent’anni abbiamo perso la fiducia sulla crescita». Anche la scuola soffre di questa mancanza: «Una scuola su due in Italia non ha una certificazione di agibilità, una su tre si trova in edifici costruiti prima degli anni Sessanta, una su due circa è stata costruita per altri scopi». È venuta meno la promessa di costruire un luogo in cui trasferire valori.
Delfino rilancia sul tema dell’autonomia scolastica: «A vent’anni dalla legge, c’è bisogno di uscire dalle prove generali per passare al copione definitivo. Di una manutenzione che porti ad una autonomia funzionale all’intero sistema dei servizi pubblici, in relazione con le altre autonomie e col territorio». Tutto questo in rapporto con un Miur potenziato come guida nella definizione degli standard e «della valutazione come atto di responsabilità orientato al miglioramento».
A Lattanzio infine la richiesta di introdurre il pubblico sull’argomento delle non cognitive skills, tema del disegno di legge di cui è promotore. Che cosa sono? E come possono incidere sulla ripresa del Paese? «Passione, solidarietà, dialogo, coraggio sono parole anticipate ieri dal presidente Mattarella e che individuano l’insieme delle sensibilità specifiche a cui facciamo riferimento come caracter skills, ossia una serie di attitudini caratteriali socioemotive e sociali che permettono di affrontare in maniera consapevole la complessità davanti alla quale oggi ci troviamo di fronte». Non sono prettamente cognitive, ma rappresentano un aspetto fondamentale dell’apprendimento che ragazzi e ragazze devono possedere per essere adeguati a vivere il lavoro, le relazioni e immaginare un futuro nel mondo in cui viviamo «tanto più nel contesto della scuola del post pandemia, dove è aumentanto il learning loss». Lattanzio è relatore in commissione cultura di un progetto di legge di Maurizio Lupi discusso dal 2018 nell’intergruppo per la sussidiarietà.
L’incontro termina con il video-testimonianza della dirigente scolastica Giovanna Battaglia, che conclude anche la mostra.
(G.L.)