Rimini, 24 agosto 2017 – Continua il ciclo di incontri “Ognuno al suo lavoro”, nell’omonima Arena B1. All’appuntamento odierno delle 12.30 sono stati messi a tema i principali aspetti legati all’innovazione aziendale. Al tavolo dei relatori: Francesco Cassese, proprietario di Minor Consulting, e Giovanni Zennaro, startupper e CEO di MOZE.
Zennaro, laureato all’accademia delle Belle Arti, racconta alla platea del suo percorso lavorativo, iniziato come fotografo in Medio Oriente, poi proseguito, grazie alla collaborazione con un amico esperto di informatica, come web designer, ed infine giunto a un ruolo di consulenza non più solo digitale a giovani startuppers. «Un’innovazione continua, insomma», commenta il relatore. Racconta di come, ora che è in MOZE, gli imprenditori del domani si rivolgano a lui con idee molto precise e gli chiedano di aiutarli nel renderle realtà. Ma «questo è spesso più difficile di quanto sembri. Per esempio, il contesto italiano è molto diverso rispetto a quello americano, in cui il mondo delle start-up digitali cresce velocemente e senza difficoltà. Qui non si può pensare di creare un Airb&b o un Facebook dal nulla, ci vuole pazienza e attenzione. È proprio per questo che abbiamo deciso di pensare a modalità che possano aiutare e accompagnare chi ha queste idee ma non sa come renderle concrete». E conclude: «La nostra attività è essa stessa esempio di innovazione. Un esempio su tutti? Abbiamo deciso di lasciare i nostri dipendenti liberi di scegliere se lavorare a casa o in ufficio. La cosa impressionante è che ogni giorno c’è sempre qualcuno che viene in ufficio. In questo, ci sono benefici evidenti: non solo la produttività e lo spirito di squadra sono aumentati, ma le persone, sentendosi parte di una società che vuole proporsi come originale, partecipano in prima linea di questa innovazione, proponendo continuamente nuove idee».
Molto simile l’esperienza di Francesco Cassese, anche lui continuamente innovatore di sè stesso. Laureato in economia, lavora poi 13 anni nel mondo della telecomunicazione, che nel 2013 lascia per entrare nella consulenza sul change management, realtà da cui esce un anno e mezzo fa per cominciare l’avventura con Minor Consulting. Fa un breve excursus di alcuni consigli che, a suo giudizio, chi intende portare novità nel mercato deve tenere a mente. Soprattutto, «non bisogna pensare che la novità sia solo avere un’idea brillante, perché essa deve risultare applicabile, cioè deve avere mercato ed essere economicamente sostenibile. Per questo, nella sua fase generativa, avere un’idea significa soprattutto “accogliere” gli input che si ricevono dall’esterno. Come gli antichi Romani: sono stati i più grandi innovatori della storia, ma innanzitutto hanno fatto tesoro della cultura e del patrimonio dei popoli che conquistavano».
In conclusione, riprendendo le parole di Giacomo Finotto, moderatore dell’incontro, «bisogna essere un po’ come dei GPS. Posta una certa destinazione finale, bisogna sempre essere capaci di ricalcolare il percorso in base alle esigenze e ai problemi che emergono. Per fare ciò, la cosa più importante è sviluppare una grande capacità di osservazione, al fine di capire quale direzione la realtà stia indicando. Questo, in fondo, significa davvero innovare».
(F.Gi.)