Si è tenuto oggi in sala D2 della fiera di Rimini un incontro dal titolo “Impresa e persona”, moderato da Bernahrd Scholz, Coordinatore didattico della scuola di impresa della Fondazione per la sussidiarietà.
Il primo a portare la sua esperienza è stato Fausto Marchionni, amministratore delegato di Fondiaria-SAI. Ha raccontato della fusione tra il gruppo Fondiaria e il gruppo SAI, e di come uno degli asset più delicati da gestire in quella fase di transizione fosse quello delle persone e del capitale umano: una compagnia assicurativa impiega generalmente 6 mesi a creare un nuovo prodotto, in certi casi può anche permettersi di copiarlo e ridurre ulteriormente questi tempi, ma per costruire una solida rete di vendita, valore fondamentale per questo tipo di impresa, sono necessari 20 anni di lavoro e una rete di rapporti che non può essere scissa dalle persone che l’hanno costruita. Conclude con un richiamo agli investitori, invitandoli a non divenire semplici speculatori: “Ultimamente si è posta troppa attenzione alle tensioni del mercato. Bisognerebbe tornare a guardare ai valori di un’azienda, che nel lungo periodo sono ciò che garantisce un futuro all’impresa stessa e all’investimento.”
Umberto Paolucci, Vicepresidente di Microsoft Corporation e Senior Chairman di Microsoft EMEA, ha iniziato richiamando la sfida che è posta ad ogni uomo: “cambiare il mondo in meglio”. E per fare ciò, “la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo, a misura d’uomo”. Perché questo possa accadere, all’interno delle imprese la conoscenza deve rivestire un ruolo di primo piano. Ma quali sono i saperi determinanti? Tutte le conoscenze tecniche, la capacità di visione e di decisione si riassumono alla fine in un unico sapere: “il saper essere, che si traduce nell’essere e nell’esserci, nell’essere persone vere e solide su cui gli altri possono contare, essere persone autentiche”.
Andrea Pontremoli, presidente di IBM Italia ha definito le basi di un solido e duraturo vantaggio competitivo: innovazione ed eccellenza. Innovazione intesa come fare ciò che gli altri non fanno, ed eccellenza intesa come saper fare meglio degli altri. In un altro senso ha definito l’innovazione come la capacità di sognare, guardare avanti, porsi obiettivi ambiziosi e collaborare per raggiungerli, da cui derivano grandi risultati. In questo senso, ha sostenuto, Kennedy e i volontari del Meeting hanno qualcosa in comune: il primo dichiarando di voler andare sulla Luna, fece sì che si registrassero 185mila brevetti (uno di questi fu il telefono cellulare) e spinse l’uomo a una delle più grandi imprese della sua storia; i secondi “hanno la volontà e la forza di credere in un sogno, in una visione, e fanno tutto per realizzarla”.
Aldo Bonomi, sociologo e direttore di Aaster (Associazione agenti sviluppo territorio) ha individuato un elemento di cambiamento nelle odierne procedure di selezione del personale: “le imprese ritengono la biografia del candidato più importante del suo curriculum”. Sta avanzando a suo avviso un nuovo modello di contrattazione industriale: “se fino ad ora impresa e lavoratore erano abituati a contrattare esclusivamente su tempo e salario, ora questo non è più sufficiente e bisogna iniziare a tener conto delle esigenze di senso e di identificazione della persona”.