Il web ci rende liberi?

Press Meeting

“Qual è la sfida che ha la libertà nel fenomeno chiamato web?” questa è la domanda posta da Davide Rondoni, poeta e scrittore, che ha introdotto il dibattito sulla funzione e l’uso delle nuove forme di comunicazione oggi in Sala D3 alle 11.15 a cui hanno preso parte Simona Panseri, direttore comunicazione e public affairs di Google per l’Italia e Gianni Riotta, editorialista de “La Stampa”, “Foreign Policy” e Visiting Professor alla Princeston university e all’IMT di Lucca. All’incontro non ha potuto partecipare Guido Gilli, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università degli Studi del Molise.
“Le informazioni costituiscono potere e il modo in cui vengono usate definiscono le persone – riporta la Panseri – perché metterle a frutto porta alla vera conoscenza”. Un video preparato da Google (https://www.youtube.com/watch?v=OE63BYWdqC4) ha mostrato l’esperienza di Zack, contadino keniano, che è riuscito a migliorare il proprio lavoro e quello dei suoi compaesani, condividendo con loro le scoperte da lui fatte attraverso un corretto uso del web.
“Internet ha cambiato la mia vita, ora posso fare cose che prima non potevo fare” spiega Panseri riferendo alcune sue personali esperienze di vita quotidiana. “Ha migliorato il mondo del lavoro e dell’economia dando la possibilità alle piccole imprese di fare specifici studi di mercato agevolando l’import-export”. Nei paesi nei quali è più diffuso l’uso del web si nota una minor crisi dell’occupazione giovanile, per questo è fondamentale portare internet ai giovani e i giovani a internet. Conclude Panseri: “Se il web è uno strumento con grandi potenzialità, usiamolo bene con grande responsabilità individuale e non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello sociale”.
“Ci sono quelli che sostengono che il web sia male, quelli che sia bene e c’è chi invece dice che sia neutrale” così esordisce Gianni Riotta “io non sono d’accordo con nessuno di loro”. Oggi siamo completamente affascinati dalla tecnologia e non capiamo che la vera rivoluzione quando c’è comunicazione è il cambiamento dei contenuti. “Siamo noi a decidere le sorti della rivoluzione attraverso i nuovi contenuti che sapremo creare. Questa è la sfida più grande. Il web aiuterà la libertà dell’uomo a patto e in quanto noi saremo in grado di alimentare nei nuovi media digitali valori classici, tolleranza, ragione, critica soprattutto a noi stessi, dialogo e confronto”. Il nuovo sistema di comunicazione non è l’opposizione tra il mondo reale e virtuale ma è il rapporto con la realtà. L’emergenza uomo si risolve partendo da noi e se non ci riusciremo non sarà colpa del web ma colpa nostra e se invece ci riusciremo non sarà merito del web ma merito nostro.
“Ahimè la mia carne è triste, eppure ho letto tutti i libri” così si appresta a concludere Rondoni. “Un uomo non è meno triste in quanto è più informato, perché l’informazione non coincide con la conoscenza. Si pensa che il web risolva tutti i problemi come quello della solitudine, ma in realtà la solitudine è rotta dall’amicizia e dall’amore, i social ingannano perché usano la parola amicizia per dire quanta comunicazione è possibile fare. Per fortuna la vita sfugge a ogni rete perché ha un valore imprendibile per natura e il web può essere strumento che dimostra questo”.

(V.L., C.R.)

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