La cooperazione in Italia incide per oltre il 5% sulla formazione del nostro P.I.L.
Nei mesi scorsi in Italia si è aperta un’ampia discussione sull’attualità ed efficacia del sistema, fino a prospettare contrasti di fondo apparentemente insanabili tra ideali cooperativi e interessi economici.
Possono convivere cooperazione e finanza? Cosa significa innovazione e creatività per il mondo cooperativo e come questo può conservare le sue peculiarità ideali?
Raffaello Vignali, presidente di Compagnia delle Opere, ha così introdotto l’incontro al Meeting di Rimini sul tema “Il valore della Cooperazione” al quale hanno preso parte rappresentanti del panorama imprenditoriale a base cooperativistica del credito, della grande distribuzione e dei servizi: Alessandro Azzi, presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo (Federcasse), Alessandro Ramazza presidente di Obiettivo Lavoro e Vincenzo Tassinari Presidente di Coop Italia.
“C’è uno stereotipo da combattere – ha detto Azzi nel corso del suo intervento – che vorrebbe oggi omologare l’impresa unicamente come di grandi dimensioni e già dotata di consistenti capitali, mentre considera negativamente la piccola e media impresa in quanto incapace di svilupparsi”.
Nel settore del credito, secondo il Presidente di Federcasse, la banca cooperativa si distingue ancora positivamente: nel tipico legame col territorio, nel porre al centro la persona più che l’individuo, nella risposta alle esigenze dell’imprenditore che ancora non dispone di sufficienti capitali. L’efficacia e attualità di questo modello trova riscontro in un complesso di 440 banche di credito cooperativo, con 3600 sportelli e a ritmi di crescita superiori alla media del mercato bancario.
Alessandro Ramazza ha recato l’esperienza di Obiettivo Lavoro – oggi una Spa che conserva tra i suoi partecipanti la base cooperativistica d’origine – impegnata a offrire servizi per il mercato del lavoro e che tende a distinguersi anche con nuove formule per questo delicato settore. Ha in particolare illustrato alcune tentativi di superamento dei limiti della precarietà dei rapporti d’impiego, attraverso assunzioni anche a tempo indeterminato, per la successiva somministrazione della risorsa lavoro secondo le esigenze temporanee delle imprese .
Ramazza ritiene il crescente ottenimento di certificazioni europee di qualità un significativo riconoscimento del ruolo svolto da Obiettivo Lavoro., proprio in considerazione della particolarità e relativa novità del tipo di prestazioni. La società, a capitale interamente italiano, deve oggi competere con concorrenti stranieri di maggiori dimensioni (che stanno sempre più inglobando le piccole agenzie). Per mantenere elevata la sua competitività e comunque per rispondere alla domanda delle stesse aziende italiane, ha iniziato a operare internazionalmente sul mercato del lavoro, che si evolve secondo flussi migratori sempre nuovi e imprevedibili (ad esempio tra gli stessi paesi dell’Est europeo).
Per Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia – una realtà di 6.300.00 soci e di un insieme di imprese che rappresentano il 25% del mercato nel nostro paese – la sfida che il cooperativismo italiano nel settore della grande distribuzione è chiamato a sostenere è verso la concorrenza straniera, che si va distinguendo per offerte di prodotti sempre nuove.
La cooperazione non può restare confinata nel campo alimentare quando grandi distributori di altri paesi europei sono ora pronti ad offrire, attraverso le loro catene, farmaci di largo consumo e carburanti.
Se all’origine (nel 1854 la prima impresa nella lunga storia di Coop) si trattava di procurare e distribuire prodotti alimentari di largo consumo puntando a ottenere prezzi calmierati, oggi questi obiettivi possono essere perseguiti anche per altri prodotti che comunque interessano la generalità dei consumatori . Tassinari intravede altrimenti il rischio di un’Italia colonizzata da potenti soggetti che, approvvigionandosi attraverso canali propri, metterebbero in difficoltà anche il vasto sistema di produttori che attualmente forniscono il nostro sistema distributivo, con effetti di pesante negatività per l’economia nazionale.
Concludendo l’incontro, Raffaello Vignali ha auspicato che l’imprenditoria cooperativa richiami e tenga vivi gli ideali dai quali sono partite le esperienze stesse di cooperazione, quale condizione della positività che continuano a rappresentare per l’economia e la società del nostro tempo.