“Il sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor Dostoevskij, con Gabriele Lavia
Rimini, 24 agosto 2023 – Ha ottenuto un grande successo lo spettacolo che Gabriele Lavia ha messo in scena al Teatro Galli di Rimini nell’ambito del Meeting per l’amicizia fra i popoli 2023. “Storia di un uomo che sogna la propria morte”: così viene divulgata in sintesi la trama tratta dal racconto di F. Dostoevskij. La storia si può ricollegare all’antica tradizione letteraria incentrata sul sogno; in particolare il “Somnium Scipionis” di Cicerone che, innervato da una forte tensione etica, immagina una vita dopo la morte, riservata però solo alle anime di coloro che operarono nella virtù.
Il protagonista del racconto di Dostoevskij è un uomo ritenuto “ridicolo” dalla società, composta da uomini corrotti e che, addormentatosi davanti alla rivoltella, scopre un nuovo mondo, i cui abitanti sono privi di ogni malizia, vivendo nella pura innocenza. In questo contesto il protagonista si sente pienamente accettato e non viene additato come ridicolo; tuttavia la sua presenza diviene causa di corruzione, contaminando la popolazione che, progressivamente, sprofonda nella degenerazione acquisendo tutti i vizi umani. A questo punto la pièce giunge ad assumere toni quasi oracolari, soprattutto quando l’uomo “ridicolo” eleva con forza e urgenza un messaggio sempre attuale, ossia l’evocazione di una felicità che emerge da una comunità fondata sull’amore e sulla condivisione.
«Ama il prossimo tuo come te stesso: l’uomo “ridicolo”»: Lavia, rivolgendosi direttamente al pubblico con toni di una sollecita preghiera, si congeda in un tripudio di consenso del pubblico che gli riserva una grande ovazione. Lavia che, prima di iniziare lo spettacolo, si è presentato sulla scena, confidando al pubblico di essere stato affascinato già dall’età di diciott’anni dal testo del grande scrittore russo, che, una volta messo in scena, è diventato ben presto uno dei suoi più importanti cavalli di battaglia. Il testo, sotto forma di monologo, è di grande impatto ed è molto pervasivo dal punto di vista fisico per l’attore che lo interpreta; Lavia risolve ogni difficoltà con la sua magistrale azione drammaturgica, in grado di rendere plasticamente il passaggio del protagonista dallo stato vigile a quello onirico dell’esistenza.
Terminata la pièce, la serata ha riservato due gustose appendici: un aneddoto raccontato da un divertito Lavia, che ha rivelato al pubblico di come si sia reso conto, ad un solo giorno dall’inizio dello spettacolo, di avere recitato il testo di Dostoevskij solo d’inverno e di non avere, pertanto, un abito di scena adatto alla stagione estiva; quindi, ricordando di essere al Meeting ed appellandosi all’intervento della provvidenza, ha poi trovato, in modo quasi miracoloso, il vestito di scena; per ultimo il grande mattatore ha regalato al pubblico la recita del “Trionfo di Bacco e Arianna” di Lorenzo il Magnifico, meglio conosciuto con l’incipit dei primi due versi (“Quant’è bella giovinezza/ che si fugge tuttavia..”), con un’interpretazione strepitosa.
A fine spettacolo, atteso al varco, abbiamo avvicinato l’attore chiedendogli se, secondo lui, un diciottenne di oggi potrebbe essere ugualmente attratto dal racconto di Dostoevskij; Lavia su questo non si è pronunciato, ma ha indicato ciò che gli è risultato fondamentale nel suo processo formativo, ovvero la lettura dei classici, resa accessibile, nei suoi anni giovanili, dalla diffusione di una fortunata collana di tascabili in edizione economica.
(M.S.)