Il sogno di Giuseppe

Redazione Web

Rimini, 23 agosto 2021 – «Mi è stata regalata da un’amica la statuetta di San Giuseppe dormiente e, guardandola, mi son chiesto: ma come ha fatto quella notte Giuseppe a dormire? E mi sono convinto che tutto quello che Dio aveva fatto nei secoli col suo popolo fosse servito a produrre un uomo così giusto, così integro, così uomo da dormire quella notte come tutte le altre notti». Questo, nelle parole dell’autore Luca Doninelli, il “plot” da cui prende le mosse il suo nuovo lavoro teatrale “Il sogno di Giuseppe”, nella produzione del Teatro de Gli Incamminati in scena questa sera alle 21.30 all’Auditorium Intesa Sanpaolo D1 e non in Piazza Tre Martiri, come inizialmente previsto, causa maltempo.
Il sogno di San Giuseppe è un tema percorso dalla letteratura e dall’iconografia poiché risponde al bisogno umano di addomesticare lo scandalo per il modo con cui Dio ha deciso di entrare nel mondo. Da qui lo spunto per raccontare il “giusto d’Israele”: Giuseppe. Egli sa che quando Dio prende l’iniziativa è sempre imprevisto e imprevedibile. Ma altrettanto sa che fidarsi è meglio, anche quando i segni di questo intervento appaiono contraddittori o misteriosi. Proprio per questo l’atteggiamento di Giuseppe si è rivelato nei secoli come l’unico plausibile per guardare la realtà così come ci viene incontro ogni giorno, non addomesticabile.
Il sogno di San Giuseppe è qui raccontato dallo stesso Arcangelo Gabriele, che ebbe il compito di portare l’eccezionale annuncio. In scena ci saranno Maurizio Donadoni, Walter Muto (chitarra) e Carlo Lazzaroni (violino e violino basso).
Come ha fatto Giuseppe a dormire la notte dell’annuncio a Maria? Nonostante la sua sposa avesse potuto essere accusata di adulterio, Giuseppe prende tranquillamente sonno. Quello che Dio aveva fatto nei secoli con il suo popolo era servito a generare un uomo così integro e così giusto. Nel sonno gli appare l’Arcangelo Gabriele, l’unico a parlare in scena perché Giuseppe nel Vangelo non parla mai. Giuseppe accoglie il disegno di Dio, dicendo il suo “sì” in modo semplice e vero.  È l’esplorazione che Luca Doninelli fa di uno di questi istanti di coscienza che hanno consentito l’irruzione del Mistero nella vita degli uomini. E la curiosità originante il racconto riguarda proprio il sogno come esperienza di verità profonda, come capacità dell’uomo di cogliere ciò che da svegli si può solo intuire o presentire: il destino che bussa alla nostra povera porta e che implora il nostro “sì”. È un sentiero che si apre alla scoperta della verità della Fede.
(M.T.)

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