IL SISTEMA PAESE: Scholz, Bonanni, Gagliardi e Recchi

Press Meeting

“Sistema nella sua etimologia vuole dire mettere insieme forze altrimenti divergenti” così ha esordito Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere alla presentazione dell’incontro alle ore 15.00 in Sala Neri su “Il sistema paese”. Secondo Scholz gli esempi positivi di sinergie già messi in atto non mancano. Ecco qualche significativo esempio: “Rete imprese Italia, che costituisce un network di imprese per aiutare a superare le fragilità delle piccole e medie imprese, gli ultimi accordi sindacali fra le parti sociali, la moratoria fra banche e imprese, tutti fatti che dicono di un clima positivo che si respira nel paese”. Il presidente CdO ha in seguito posto la domanda ai tre relatori se quello che si sta facendo per la crisi attuale è sufficiente oppure occorre un altro tipo di interventi?
Per Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, non solo non è sufficiente quello che si sta facendo, ma “se non si cambiano i criteri individualistici con cui affrontare i problemi, non usciremo in maniera adeguata da questa crisi”. Una politica che ragiona ancora con criteri, anche se ridotti, di elargizione, non può risolvere il problema del debito pubblico, tanto meno se non si riforma il fisco per renderlo più giusto. Inoltre – ha continuato il relatore – “sembra che ci sia un gioco fra maggioranza ed opposizione per scansare il calice amaro dei sacrifici facendoli pagare ai soliti noti (vedi prelievo del 5% sui redditi sopra 90mila euro), mentre non si fa niente per i costi veri della politica riducendo gli enti inutili come province e comuni”. Per non parlare delle municipalizzate che “sono le discariche dei politici trombati che sperperano denaro pubblico”. “Noi – ha puntualizzato il segretario della Cisl – faremo la nostra parte e insieme al documento redatto insieme al Forum delle associazioni faremo pressione sui politici più coraggiosi per invitarli a muoversi nella direzione indicata dal nostro documento per rispondere alle necessità che vedremo via via più impellenti per il nostro paese”.
Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, ha parlato del ruolo di rete che svolgono gli enti camerali. “Tramite la costituzione di network orizzontali intersettoriali, abbiamo sostenuto la internazionalizzazione e la competitività delle piccole e medie imprese, senza sostituirci ad esse”. “Abbiamo un sistema-paese vitale – ha aggiunto il segretario di Unioncamere – e con una grande capacità di rigenerarsi; basti pensare che quest’anno sono nate 231mila nuove imprese. Questa è la forza del nostro paese e la sua capacità di creare ricchezza. I problemi però non sorgono al momento della nascita delle imprese, campo nel quale oramai precediamo Francia e Germania, ma nella loro crescita”. Qui gli imprenditori si scontrano “con i colli di bottiglia del nostro sistema quali la giustizia civile (che costa un punto di Pil), e tutte quelle riforme che portano semplificazione, vedi lo sportello unico per le attività produttive, spesso bloccate da interessi corporativi o dalle difficoltà di far dialogare insieme gli enti pubblici”.
È un cambiamento culturale quello a cui l’Italia è chiamata. Ed esattamente, ha spiegato Giuseppe Recchi, presidente di Eni, “il passaggio dalla fatica a fare squadra, alla convinzione che solo insieme possiamo farcela. Non dimentichiamoci da dove veniamo, ossia che siamo la sesta economia mondiale”. Una posizione che implica precise responsabilità. “Dobbiamo costruire nuove eccellenze per collocare il nostro paese fra i paesi di testa del mondo – ribadisce Recchi – oggi le guerre mondiali sono economiche e finanziarie e per vincerle bisogna pensare ai problemi secondo orizzonti temporali a lungo termine”. Con una frase di Goethe Recchi sintetizza la sfida per l’oggi: “Quello che hai ereditato dai tuoi padri, riconquistalo per possederlo veramente.”
“Al termine di questo dibattito abbiamo capito una cosa – è la provocazione finale di Scholz – non è possibile cercare il proprio bene senza cercare anche il bene dell’altro, ma questa assunzione di responsabilità nasce da una certezza sulla positività della vita”.

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